AGI - Partirà prossimamente una sperimentazione mirata a valutare l'efficacia di uno xenotrapianto che prevede l'utilizzo di reni di maiale in pazienti umani. A descriverne le sfide e le potenzialità un approfondimento della rivista Nature, che esplora le caratteristiche di questa pratica clinica. La Food and Drug Administration statunitense, spiegano gli autori, ha approvato una sperimentazione clinica che prevede il trapianto di reni di maiale in pazienti umani. I trial partiranno quest'anno, e prevedono l'utilizzo di reni geneticamente modificati da impiantare in pazienti con malattia renale cronica.
“L'inizio delle sperimentazioni cliniche formali – afferma Jay Fishman, specialista in malattie infettive da trapianto presso il Massachusetts General Hospital di Boston – è molto emozionante. Circa una mezza dozzina di persone negli Stati Uniti e in Cina hanno ricevuto organi da maiali con genoma modificato, i pazienti erano molto malati e non avevano altre opzioni. La maggior parte dei riceventi non è sopravvissuta che per pochi mesi dal trapianto”.
L'azienda biotecnologica United Therapeutics, che sta conducendo la sperimentazione, arruolerà sei individui, di età compresa tra 55 e 70 anni, non idonei al trapianto di rene convenzionale per motivi medici. I partecipanti saranno attentamente monitorati per circa sei mesi, ma il follow-up li osserverà per tutta la vita. La FDA ha imposto delle pause tra i trattamenti dei pazienti per assicurarsi che non si manifestino effetti collaterali, mentre il comitato di monitoraggio esaminerà i dati di sicurezza ed efficacia prima di approvare l'eventuale estensione del trial a 50 persone.
“La sperimentazione – osserva Muhammad Mohiuddin, chirurgo e ricercatore presso la Facoltà di Medicina dell'Università del Maryland a Baltimora, che ha eseguito nel 2022 il primo trapianto di cuore di maiale su una persona vivente – aprirà la strada a ulteriori approfondimenti più ampi ed estesi nel tempo”. United Therapeutics utilizzerà maiali con 10 modifiche genetiche. “Ci sono ancora molte sfide da affrontare – conclude Mohiuddin – per valutare la fattibilità a lungo termine della procedura. Ad esempio, dovremo gestire gli anticorpi prodotti contro gli antigeni di maiale per prevenire il rigetto. È di fondamentale importanza, poi, verificare che gli organi non siano contagiati da virus o agenti patogeni pericolosi per l'uomo. Gli xenotrapianti possono essere risolutivi, ma è necessario prendere le dovute precauzioni per garantire la salute dei pazienti”.