Addio a Bill Viola, il 'Caravaggio della videoarte'

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AGI - È morto all'età di 73 anni l'artista americano di videoarte Bill Viola, una delle figure più influenti dell'arte contemporanea. Lo ha annunciato il gallerista James Cohan. Viola è morto nella sua casa di Long Beach, in California, il 12 luglio, all'età di 73 anni, si legge nel comunicato, "lascia sua moglie, sua collaboratrice di lungo corso, Kira Perov, e i figli Blake e Andrei Viola". La causa del decesso sono state le complicazioni dovute a un Alzheimer precoce, ha affermato sua moglie, direttrice del Bill Viola Studio. Ispirato dai pittori rinascimentali, ha esplorato con la sua arte i passaggi della vita (nascita, morte, amore romantico, redenzione e rinascita) in mostre spesso emozionanti, scrive il New York Times.

 

Il giornale spagnolo Lavanguardia lo ricorda come "il Caravaggio della videoarte". Viola è stato un pioniere in diversi campi: new media, installazioni e video. Nato nel 1951 a New York, William John Viola Jr. è cresciuto nel Queens con una sorella maggiore e un fratello minore. Suo padre, un manager della Pan American Airways, era figlio di immigrati italiani e tedeschi. Sua madre, Wynne (Lee) Viola, si era trasferita negli Stati Uniti dall'Inghilterra. Sua madre, fedele della Chiesa episcopale, crebbe i figli in chiesa, ma il primo risveglio spirituale che Viola ricordava fu dovuto al suo quasi annegamento. Dopo essere caduto da una zattera su un lago quando aveva 6 anni, e prima di essere salvato da uno zio, ammiro' sotto la superficie "probabilmente il mondo più bello che abbia mai visto", ha raccontato lui stesso in una serie di interviste per il Louisiana Museum of Modern Art, come ricorda il New York Times.

 

 

Frequento' la Syracuse University per conseguire la laurea in Belle Arti, frequentando un mix di corsi, tra cui psicologia percettiva e arte. Uno degli insegnanti era Jack Nelson, che istituì un nuovo programma chiamato Experimental Studios. Un altro mentore fu il compositore e pianista David Tudor, che guidò un workshop estivo di musica elettronica nel New Hampshire a cui partecipò anche Viola.

 

Viola ha trovato ispirazione anche nei dipinti dei grandi maestri dell'arte, realizzando trittici-video che sembrano pale d'altare moderne e potenti video ritratti. Lui stesso raccontava di utilizzare la tecnologia più recente "per suscitare le emozioni più antiche". Laura Cumming del Guardian lo ha definito "il Rembrandt dell'era video, un artista che ha fatto più di tutti i suoi contemporanei per promuovere il contenuto emotivo ed estetico del suo mezzo".

 

Le sue opere sono state esposte e acquisite dai più grandi musei di New York e Los Angeles, tra cui il Guggenheim, il Whitney Museum of American Art, il Metropolitan Museum of Art, il Museum of Modern Art, il Los Angeles County Museum of Art, il Museum of Contemporary Art e il Getty Museum, che raramente espone arte contemporanea oltre alla fotografia, ma ha fatto un'eccezione per la mostra del 2003 "Bill Viola: The Passions".

 

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