AGI - Ventiquattro opere, tante quante ne furono esposte alle scuderie del Quirinale nella mostra del 2010, l'ultima monografica dedicata all'artista che ha rivoluzionato la pittura del '600. In un luogo fondamentale nella vita di un maestro della pittura che ancora sorprende.
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (1571-1610), torna a Roma. E ci torna con una rassegna di quadri mozzafiato da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, in concomitanza con il Giubileo. C'è il Caravaggio mai visto, il 'Ritratto di Maffeo Barberini', olio su tela di una collezione privata di cui lo Stato italiano sta trattando l'acquisto.
C'è il 'Martirio di sant'Orsola' eccezionale prestito di Intesa Sanpaolo del suo capolavoro iconico in Gallerie d'Italia Napoli, la cui pulitura per l'occasione ha riservato nuove sorprese. C'è la 'Flagellazione', uno dei quadri simbolo di Capodimonte. Da domani al 6 luglio 2025, in concomitanza con le celebrazioni del Giubileo 2025, le Gallerie Nazionali di Arte Antica, in collaborazione con Galleria Borghese, con il supporto della Direzione Generale Musei-Ministero della Cultura e col sostegno del Main Partner Intesa Sanpaolo, presentano a Palazzo Barberini 'Caravaggio 2025', a cura di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon.
Un progetto tra i più importanti e ambiziosi dedicati al pittore formatosi a Milano, ma 'scoperto' a Roma dove ebbe committenze prestigiose e anche avventure violente, in fuga a Malta, con lunghi soggiorni in Sicilia e a Napoli. La mostra vanta un eccezionale numero di dipinti autografi e un percorso tra opere difficilmente visibili e nuove scoperte in uno dei luoghi di connessione tra l'artista e i suoi mecenati.
L'obiettivo è quello di offrire una nuova e approfondita riflessione sulla rivoluzione artistica e culturale del maestro - si legge nella presentazione delle Gallerie nazionali di Arte Antica, esplorando per la prima volta in un contesto così ampio l'innovazione che introdusse nel panorama artistico, religioso e sociale del suo tempo.
Il 'Ritratto di Maffeo Barberini', recentemente presentato al pubblico a oltre sessant'anni dalla sua riscoperta, per la prima volta affiancato ad altri dipinti del Merisi, insieme a l''Ecce Homo', che dal Prado di Madrid che rientrerà in Italia per la prima volta dopo secoli, la 'Santa Caterina' del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, capolavoro già nelle collezioni Barberini che tornerà nel Palazzo che la ospitava, e 'Marta e Maddalena' del Detroit Institute of Arts, per il quale l'artista ha usato la stessa modella della Giuditta conservata a Palazzo Barberini. Prestiti eccezionali esposti per la prima volta tutti uno accanto all'altro.
La mostra sarà anche l'occasione per vedere di nuovo insieme i tre dipinti commissionati dal banchiere Ottavio Costa, 'Giuditta e Oloferne' di Palazzo Barberini, il 'San Giovanni Battista' del Nelson-Atkins Museum di Kansas City e il 'San Francesco in estasi' del Wadsworth Atheneum of Art di Hartford, e opere legate alla storia del collezionismo dei Barberini, come i 'Bari' del Kimbell Art Museum di Fort Worth, che torna nel palazzo romano dove fu a lungo conservato.
Un percorso nella pittura di uno degli artisti che hanno segnato di più la storia dell'arte e l'immaginario del grande pubblico con i suoi chiaroscuri, la luce narrante, le prospettive serrate, le composizioni ardite e la sua vita randagia e anticonvenzionale. Il percorso, articolato in quattro sezioni, guida il pubblico alla scoperta dell'intera parabola artistica del Merisi, coprendo un arco cronologico di circa quindici anni, dall'arrivo a Roma intorno al 1595 alla morte a Porto Ercole nel 1610.
A quello che si vedrà nel palazzo di famiglia appartenuto ai Barberini, tra i mecenati del Caravaggio, si aggiunge la possibilità, durante tutto il periodo della rassegna, si aggiunge la possibilità di ammirare il 'Giove, Nettuno e Plutone', unico dipinto murale eseguito da un giovanissimo Caravaggio nel 1597 all'interno del Casino dell'Aurora di Villa Ludovisi, all'epoca appartenente al cardinal Francesco Maria Del Monte, l'uomo che fu il primo e più appassionato mecenate-protettore dell'artista. Una meraviglia mai accessibile.