A Bolsena riapre l'isola dei Farnese, nel segno di Giulia

5 mesi fa 91

AGI - Un'isola in cui riecheggia il ricordo di Giulia Farnese, una mostra fotografica a lei dedicata, una chiesa 500esca restaurata: sono gli ingredienti che accompagneranno i visitatori dell'Isola Bisentina, sul lago Bolsena, che da venerdì 21 giugno e fino al 3 novembre viene riaperta per il terzo anno al pubblico, con la possibilità di prenotare il tour guidato con un nuovo percorso.
Dopo il restauro voluto dalla famiglia Rovati, proprietaria dell'isola dal 2017, è di nuovo accessibile la grande chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, un pezzo di storia dei Farnese, la nobile famiglia laziale del Rinascimento che governò le terre circostanti attraverso il ducato di Castro.     
Le visite guidate (26 euro per gli adulti, 15 per la fascia 6-15 anni) durano un paio d'ore e sono prenotabili al sito www.isolabisentina.org. Per il trasporto sull'isola sarà necessario acquistare un biglietto separato ai due moli di partenza: Bolsena e Capodimonte.    


La chiesa fu originariamente costruita e dedicata a San Giovanni Battista da Ranuccio Farnese il Vecchio, che volle per la propria famiglia un mausoleo sull'isola. Sarà il Cardinale Alessandro Farnese il Giovane a costruirci sopra l'imponente monumento che oggi vediamo: la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, la cui edificazione ha inizio nel 1588 su disegno di Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù, e termina all'epoca di Odoardo Farnese a inizio '600. Fu lo stesso Odoardo a commissionare ad Annibale Carracci le tele degli altari, nel tempo saccheggiate.

La chiesa, per la prima volta accessibile dopo un lungo restauro che ha ripristinato la struttura originale lasciando trasparire i segni del tempo, ospita la mostra 'La dama dell'Unicorno. Giulia Farnese e l'Isola Bisentina' del fotografo e regista Manfredi Gioacchini, per celebrare i 500 anni dalla morte di Giulia Farnese. Discendente di Ranuccio Farnese il vecchio, le cui spoglie sono custodite nella chiesa, la nobildonna fu personaggio emblematico che legò le vicende sue e della famiglia al papato di Alessandro VI Borgia.
La sola lapide esistente nella chiesa è proprio quella di Ranuccio, anch'essa restaurata per restituirne la giusta lettura. Nella chiesa sono stati sepolti anche altri membri della famiglia, fra cui il giovane cardinale Ranuccio Farnese, fratello di Alessandro, Pierluigi Farnese e Gerolama Orsini. Di Giulia Farnese non vi è certezza ma nel suo testamento, ancora conservato presso l'Archivio di Stato di Napoli, espresse la volontà di essere sepolta sull'isola. Una copia è esposta per la stagione 2024 all'interno della chiesa.

 

La mostra 'La dama dell'Unicorno. Giulia Farnese e l'isola Bisentina', allestita nella chiesa, ci racconta la vita di Giulia Farnese attraverso le immagini dei luoghi da lei frequentati, da Capodimonte a Carbognano, da Castel Sant'Angelo a Palazzo Farnese, i luoghi che furono teatro della vita e delle vicende della giovanissima sposa di Orsino Orsini, amante di Rodrigo Borgia e sorella del futuro papa, Paolo III, nonché abile imprenditrice, benefattrice e paladina dei diritti delle donne, e lei stessa donna libera.


 "Questa mostra è il risultato di una ricerca cominciata per trovare Giulia, ma che poi si è trasformata in una vera e propria caccia all'unicorno", ha raccontato Sofia Elena Rovati, direttrice del Progetto dell'Isola Bisentina e curatrice della mostra, "come se questo animale mitologico fosse stato da lei scelto per raccontare se stessa, in un momento in cui la sua bellezza divenne troppo scomoda per continuare a essere celebrata dai grandi pittori del tempo". L'unicorno è un modo per rispondere alla 'damnatio memoriae' per "la più bella donna del Rinascimento" che "oggi non ha un volto": "Lo si vede ritratto dormire in grembo a una giovane donna, come nell'affresco del Domenichino a Palazzo Farnese a Roma", spiega ancora Sofia Elena Rovati, "altre volte in atteggiamenti decisamente più audaci come nel ciclo di affreschi nel Castello di Carbognano; a seconda del luogo in cui ci troviamo l'unicorno ci racconta una diversa versione della vita di Giulia, rendendola un personaggio complesso, intrigante ma contemporaneo. Oserei dire, una femminista ante litteram".
Quest'anno il percorso di visita include anche la cappella a pianta ottagonale di Santa Caterina disegnata da Antonio da Sangallo il Giovane e posta su uno sperone di roccia alto 22 metri e la cappella del Crocefisso o del Monte Calvario, che conserva un prezioso crocifisso attribuito alla mano di Benozzo Gozzoli. Per la prima volta è possibile ammirare anche la pietra di fondazione della chiesa, all'interno dello stesso edificio.


Fra i boschi dell'isola è possibile ammirare l'opera site specific di Federico Gori, Il Vello d'Oro, una cupola di resina ricoperta di foglia d'oro integrata al leccio più antico, per isolarlo dall'umidità. L'opera ha dato inizio a un progetto di commissione ad artisti contemporanei in dialogo con i monumenti antichi presenti sull'isola. Integra le iniziative di quest'anno la pubblicazione del volume di Francesco Barberini 'In volo sull'isola bisentina' sui flussi migratori e l'avifauna stanziale che fanno dell'isola un'oasi privilegiata e fondamentale per la tutela della biodiversità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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