AGI - Sottoporre le persone anziane a un test precoce mirato potrebbe ridurre il rischio di cadute pericolose. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sul Journal of Experimental Biology, condotto dagli scienziati della Stanford University.
Lo studio e i ricercatori coinvolti
Il team, guidato da Jiaen Wu, Michael Raitor, Guan Tan, Kristan Staudenmayer, Scott Delp, Karen Liu e Steven Collins, ha coinvolto 10 volontari sani di età compresa tra 24 e 31 anni, che sono stati dotati di un'imbracatura attorno alla vita, fissata anteriormente, posteriormente e lateralmente a corde e marcatori. Il sistema, che comprendeva 11 telecamere, ha permesso di monitorare il movimento di varie parti del corpo durante una camminata su tapis roulant.
Il declino funzionale e il rischio di cadute
Con il passare del tempo, spiegano gli esperti, l'organismo perde alcune funzionalità, in termini di capacità visiva, forza e fluidità di movimento. Questi cambiamenti provocano una caduta all'anno in circa un terzo della popolazione con più di 65 anni, con conseguenze anche gravi. Tuttavia, le cadute possono essere prevenute, almeno in parte. "I piccoli deficit di equilibrio – afferma Wu – possono passare inosservati finché il paziente non cade effettivamente. Il nostro obiettivo era proprio quello di individuare precocemente questi piccoli cambiamenti".
I parametri analizzati durante la camminata
Nell'ambito del lavoro, i ricercatori hanno misurato vari aspetti della camminata dei partecipanti, come la prevedibilità del posizionamento del piede e lo spostamento laterale del baricentro. Ai volontari è stato poi chiesto di indossare tutori per la caviglia, una maschera per bloccare la vista e altri dispositivi per simulare i cambiamenti legati all'invecchiamento. In questa seconda sessione, la previsione dell'ampiezza di ogni passo sembrava molto più complicata.
Le misurazioni più predittive del rischio
Confrontando le valutazioni di ogni persona, non tutti i parametri si sono rivelati efficaci nel prevedere i problemi di equilibrio. Nello specifico, solo tre delle sei misurazioni effettuate prima delle difficoltà si sono dimostrate efficaci nel prevedere il rischio di caduta:
- la differenza tra la larghezza di ogni passo,
- la differenza tra la velocità di ogni passo,
- la posizione dei piedi.
Il modo in cui i partecipanti recuperavano l'equilibrio dopo una trazione non sembrava influenzare la capacità di previsione del rischio di caduta.
L'importanza della valutazione individuale
Considerando la deambulazione di ogni individuo, i ricercatori hanno scoperto che la media del gruppo era meno efficace nell'anticipare i problemi di equilibrio rispetto all'analisi individuale prima e dopo l'insorgere della disabilità. "Normalmente – conclude Wu – i medici valutano la deambulazione di una persona solo quando inizia ad avere problemi di mobilità. Il nostro lavoro suggerisce che analizzare la camminata prima dell'età avanzata potrebbe fornire un segnale di allerta precoce per il rischio di cadute".