AGI - Il farmaco ubrogepant, pensato per il trattamento dell'emicrania, può ridurre i sintomi non cefalalgici comuni, anche quelli che si manifestano nelle ore precedenti all'attacco. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, condotto dagli scienziati del King's College di Londra. Il team, guidato da Peter Goadsby, ha riportato i risultati di un trial clinico di fase 3.
Descrizione dello studio
I dati suggeriscono che l'ubrogepant potrebbe rappresentare un trattamento utile per l'emicrania. Prima di un attacco, spiegano gli esperti, è comune che si manifestino sintomi come aura, sensibilità alla luce o ai suoni, nausea, dolore al collo e vertigini.
La maggior parte delle ricerche sull'emicrania si è concentrata sul trattamento del mal di testa, ma nessun trattamento ha dimostrato efficacia nell'alleviare sintomi prodromici, che spesso possono causare notevoli difficoltà per chi ne soffre. L'ubrogepant è un farmaco che blocca il recettore CGRP sui neuroni responsabili della trasmissione del dolore, ma la sua potenziale capacità di trattare sintomi prodromici non è ancora stata dimostrata.
Dettagli del trial clinico
Nell'ambito dell'indagine, gli scienziati hanno esaminato 438 partecipanti di età compresa tra 18 e 75 anni. I volontari sono stati divisi in due gruppi, uno dei quali ha assunto una dose di 100 milligrammi di ubrogepant o di placebo all'inizio dell'attacco di emicrania. Durante un secondo evento prodromico, i partecipanti hanno assunto il trattamento opposto. Gli scienziati hanno scoperto che l'ubrogepant era associato a una serie di miglioramenti nella capacità di concentrazione, e portava a una ridotta sensibilità alla luce e a una riduzione dell'affaticamento e del dolore rispetto a quanto osservato nel gruppo trattato con placebo.
I risultati
I risultati, commentano gli autori, suggeriscono che l'ubrogepant possa essere un trattamento efficace per i sintomi prodromici con miglioramenti che potrebbero iniziare già un'ora dopo la somministrazione. Tuttavia, concludono gli studiosi, saranno necessari ulteriori studi specificamente progettati per valutare l'effetto del trattamento acuto.