AGI - Ho scritto la sceneggiatura di 'L'albero' non pensando che avrei diretto il film. Io volevo solo scrivere, poi mi ha convinto Angelo Barbagallo che è stato il secondo a cui ho fatto leggere la sceneggiatura dopo mio padre. E proprio riguardo a mio padre, devo dire che facevo la superiore e dicevo che non mi interessava quello che pensava, invece quando ha detto che gli era piaciuta molto sono stata felice perché, in realtà, il suo era il giudizio che temevo di più". Sara Petraglia, figlia di Sandro, uno dei più importanti e apprezzati sceneggiatori italiani, parla cosi' in conferenza stampa di 'L'albero', il suo esordio alla regia che sarà presentato oggi in anteprima mondiale alle ore 21.30 in concorso alla Festa del cinema di Roma. Il film è un ritratto originale dei ventenni di oggi, alla ricerca di utopie e speranze che non gli sono state concesse, della loro voglia di vivere e amare e della loro grande infelicità.
Un'opera contemporanea, poetica e graffiante che ha per protagonista la giovane Bianca (Tecla Insolia), una ragazza che ha poco più di vent'anni e che non ha ancora trovato la sua strada. Vive con la sua migliore amica e coetanea Angelica (Carlotta Gamba), in una casa che affaccia sulla ferrovia dietro la quale si scorge un albero. Bianca ha lasciato la casa dei genitori che si aspettavano di vederla andare all'università, ma lei e Angelica frequentano amici persi come loro. Bianca passa le sue giornate scrivendo su un piccolo quaderno e le notti nei locali, in cerca di cocaina chiedendosi il perché di tanta tristezza.
"Le persone che racconto sono anche un po' privilegiate - spiega la Petraglia - sono tristi ma spesso essere tristi è un privilegio. Bianca è ossessionata dalla sua tristezza, ma è una tristezza vitale". In quanto alla genesi della storia, la neoregista, che ha un trascorso come fotografa di scena sui set cinematografici ("vedevo e sentivo tutto senza essere vista e, senza accorgermene, forse stavo studiando, stavo prendendo appunti da una posizione privilegiata"), racconta che stava "cercando da sempre una storia da scrivere".
"Pensavo di non essere in grado di inventarla e avevo quasi lasciato perdere - aggiunge - finché ho riletto tutti i miei appunti, inizi di romanzo, fumetti brutti che avevo fatto e ho scoperto che tornava sempre quest'albero che io avevo effettivamente visto dalla finestra di una casa dove ho vissuto al Pigneto. Allora ho capito che la storia ce l'avevo già perché l'avevo vissuta. Quindi l'ho trovata, l'ho riscritta, l'ho reinventata e molto rapidamente è stata scritta ed è stato come un buttar fuori qualcosa. Ed ero proprio felice di scriverla".
"Poi l'ho tenuta da parte per un po' - continua - prima di trovare il coraggio di farla leggere ad Angelo Barbagallo, che è l'unico produttore a cui avrei potuto farla leggere. E lui mi ha convinto a girarla".
La storia del film, che Barbagallo, presente in conferenza stampa, definisce "molto emozionante, originale, vera. Non vista, non già consumata", tratta anche il tema della dipendenza da cocaina e di una rapporto di amore tra due ragazze 'intossicato' in parte dell'abuso di droga. Secondo la regista "l'amore è necessario per affrontare le dipendenze perché non si affrontano cose del genere da soli. L'amore è salvifico, ma alcuni rapporti vanno interrotti. Da parte mia c'era la volontà di parlare di cocaina - spiega ancora Sara Petraglia - anche se non doveva essere al centro del racconto. Spesso se ne parla male, in maniera caricaturale, con stereotipi. Questa droga ci circonda tutti e volevo dare un altro punto di vista sulla questione, senza voler insegnare nulla a nessuno".
Il film, distribuito da Fandango a marzo 2025, è interpretato da due giovani attrici, Tecla Insolia, siciliana residente a Piombino in Toscana e Carlotta Gamba di Torino. Una scelta, quella di non avere attrici romane, voluta per evitare di connotare in maniera specifica la storia in una città (anche se poi Bianca-Tecla, in una fase di abbrutimento da astinenza a Napoli, dice che "Roma è la città piu' triste del mondo").
Un'ultima questione riguarda la produzione del film. Alla fine dell'incontro con la stampa Angelo Barbagallo ci tiene a sottolineare che "questo film lo abbiamo fatto da soli, poi è salita a bordo Fandango per distribuirlo in Italia e all'estero. Non avremmo mai potuto farlo senza i contributi che il Ministero ha dato al film".