Finanziato dal consorzio europeo EUROfusion e gestito da Cineca in collaborazione con Enea, Pitagora è una macchina da 27 milioni di miliardi di operazioni al secondo (27 PFlop/s), in grado di entrare nella Top50 mondiale dei supercomputer più potenti.
È progettato per simulare la fisica del plasma e analizzare materiali avanzati utili allo sviluppo dei reattori a fusione, attività fondamentali per la validazione dei dati raccolti da ITER, il grande esperimento internazionale in corso in Francia, e per la progettazione della futura centrale elettrica DEMO.
Un laboratorio virtuale per l’energia del futuro
Dietro la potenza di Pitagora si cela una missione scientifica di portata storica: rendere la fusione nucleare una fonte energetica stabile, pulita e praticamente illimitata. A differenza della fissione, la fusione non produce scorie radioattive di lunga durata e non comporta rischi di incidenti catastrofici.
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Tecnologia italiana e sostenibilità
Il supercomputer è stato realizzato da Lenovo, che ha fornito l’architettura di calcolo basata su oltre 1.000 server e 670 GPU NVIDIA H100 connessi tramite rete InfiniBand NDR, per un totale di 260.000 core e una capacità di archiviazione di 20 petabyte.
La tecnologia di raffreddamento a liquido diretto Lenovo Neptune consente di dissipare fino al 97% del calore prodotto, garantendo un’efficienza operativa (PUE) di circa 1.1, tra le più alte al mondo.
“Pitagora non è solo un traguardo tecnologico, ma un simbolo dell’impegno di Lenovo nel sostenere la ricerca scientifica”, ha commentato Alessandro De Bartolo, Infrastructure Solutions Group Leader di Lenovo Italia. “L’HPC è lo strumento chiave per affrontare le grandi sfide scientifiche del nostro tempo.”
Cineca, cuore del supercalcolo europeo
Il Cineca – consorzio interuniversitario che riunisce 70 università, due ministeri e decine di enti di ricerca – è uno dei principali centri di supercalcolo a livello mondiale. Dal 2016 ospita le infrastrutture dedicate alla comunità scientifica di EUROfusion, tra cui Marconi-Fusion, predecessore di Pitagora.
“Con questo progetto l’Italia consolida la propria leadership nella ricerca sull’energia da fusione”, ha dichiarato Francesco Ubertini, presidente del Cineca. “È un passo decisivo verso la realizzazione di una centrale a fusione industriale, e dimostra come la collaborazione tra istituzioni pubbliche, enti di ricerca e industria possa produrre risultati concreti.”
Anche la presidente di Enea, Francesca Mariotti, ha definito Pitagora “un acceleratore di progresso” che integra competenze e infrastrutture italiane al servizio della sostenibilità e della competitività.
Un passo avanti nella corsa alla fusione
Pitagora rappresenta, per l’Italia e per l’Europa, un tassello cruciale nella corsa globale alla fusione, tecnologia su cui stanno investendo Stati Uniti, Regno Unito e Giappone.
L’obiettivo condiviso è arrivare, entro la metà del secolo, a un modello di reattore commerciale in grado di produrre energia elettrica a emissioni zero, affidabile e competitiva.
Per riuscirci, la simulazione numerica e il supercalcolo sono strumenti indispensabili: modellare le condizioni estreme all’interno di un reattore a fusione - dove il plasma raggiunge temperature superiori ai 100 milioni di gradi - richiede potenze di calcolo che solo sistemi come Pitagora possono garantire.
Con i suoi 27 PFlop/s di potenza e 1,3 exaflop di capacità AI, il supercomputer bolognese si candida a essere uno dei poli strategici per la scienza energetica europea.







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