AGI - Un modello matematico per ricostruire, e spiegare, le difficoltà che si incontrano quando si vuole organizzare un incontro con più persone. E' quanto sviluppato da ricercatori guidati dalla Università Case Western Reserve che hanno pubblicato i loro risultati sul The European Physical Journal B. I ricercatori hanno utilizzato modelli matematici per calcolare la probabilità di programmare con successo una riunione in base a diversi fattori: il numero di partecipanti (m), il numero di possibili orari della riunione () e il numero di volte in cui ciascun partecipante non è disponibile (r). Cosa hanno scoperto: all'aumentare del numero dei partecipanti, la probabilità di programmare una riunione di successo diminuisce drasticamente. Nello specifico, la probabilità diminuisce notevolmente quando sono coinvolte più di cinque persone, soprattutto se la disponibilità dei partecipanti rimane costante. "Volevamo conoscere le probabilità" - hanno spiegato gli autori - .
"La scienza della probabilità è in realtà iniziata con le persone che studiavano il gioco d'azzardo, ma si applica altrettanto bene a qualcosa come la pianificazione di riunioni. La nostra ricerca mostra che man mano che il numero di partecipanti aumenta, il numero di potenziali orari di riunione che devono essere sondati aumenta esponenzialmente. Il progetto era iniziato per metà per scherzo, ma questo comportamento esponenziale ha attirato la nostra attenzione. Ha dimostrato che programmare le riunioni è un problema difficile, alla pari di alcuni dei grandi problemi dell'informatica."
E' interessante notare che i ricercatori hanno trovato un parallelo tra difficoltà di programmazione e fenomeni fisici. Hanno osservato che, man mano che aumenta la probabilità che un partecipante rifiuti un orario di riunione proposto, c'è un punto critico in cui la probabilità di programmare con successo la riunione cala bruscamente. E' un fenomeno simile a quello che è noto come "transizioni di fase" in fisica, hanno dichiarato i ricercatori, come lo scioglimento del ghiaccio in acqua. Secondo gli studiosi lo studio fornisce spunti di riflessione sulle complessità del coordinamento di gruppo e del processo decisionale, con potenziali applicazioni in vari campi.