"Le ondate di calore aumentano i rischi di parto pretermine"

8 ore fa 1

AGI - Uno studio di Emory University pubblicato su Science Advances ha identificato per la prima volta specifici cambiamenti molecolari nel sangue delle donne in gravidanza esposte a temperature elevate, gli stessi riscontrati nelle madri che hanno poi partorito prematuramente. La ricerca, condotta su 215 donne residenti nell’area metropolitana di Atlanta, offre un nuovo quadro biologico che collega l’aumento delle temperature globali con il rischio di parto pretermine, una delle principali cause di malattia e mortalità infantile.

Nel lavoro, i ricercatori della Rollins School of Public Health e della School of Medicine hanno analizzato campioni di sangue materno e ricostruito le condizioni termiche sperimentate da ciascuna partecipante durante la gravidanza, confrontando i profili metabolomici tra chi ha avuto un parto a termine e chi ha invece partorito prima delle 37 settimane. L’obiettivo era individuare eventuali 'firme molecolari' associate all’esposizione al caldo e alla nascita prematura.

L'effetto delle ondate di calore sulle donne in gravidanza 

Dalle analisi sono emerse alterazioni in metaboliti chiave come metionina, prolina, citrullina e pipecolato, sostanze coinvolte nella gestione dello stress ossidativo, nei processi energetici cellulari e nella risposta fisiologica ai cambiamenti ambientali. Queste stesse variazioni sono risultate presenti anche nelle madri che hanno partorito prematuramente, suggerendo un potenziale legame diretto tra stress da calore e meccanismi biologici alla base del parto pretermine.

Gli autori sottolineano che studi precedenti avevano già mostrato associazioni tra temperature elevate, infiammazione, stress cardiovascolare e indebolimento delle membrane fetali, ma finora non era stato possibile identificare le molecole e le vie metaboliche coinvolte. L’utilizzo di tecniche di metabolomica avanzata consente ora di mappare con maggiore precisione i cambiamenti indotti dal caldo nel corpo materno.

Secondo gli studiosi, la scoperta di percorsi metabolici condivisi tra esposizione a caldo e parto pretermine potrebbe permettere di sviluppare biomarcatori utili a intercettare in anticipo le gravidanze più vulnerabili. Queste informazioni potrebbero contribuire sia a strategie cliniche mirate, sia a politiche di salute pubblica in grado di mitigare gli effetti del riscaldamento globale sulla salute materno-infantile.

Contesti urbani e impatto del cambiamento climatico

Gli autori osservano inoltre che le aree urbane come Atlanta, caratterizzate da significative isole di calore, rappresentano contesti particolarmente sensibili agli impatti ambientali sulle gravidanze, e che la popolazione afroamericana – focus della coorte analizzata – è spesso esposta in modo sproporzionato agli effetti del cambiamento climatico.

Prospettive future 

Il lavoro rafforza l’urgenza di comprendere i meccanismi biologici attraverso cui il caldo influisce sulla salute materna e neonatale, in un contesto globale in cui le temperature medie e gli eventi estremi sono in costante aumento. La ricerca apre a future indagini sui potenziali interventi medici o comportamentali per ridurre i rischi associati all’esposizione termica.

Leggi l'intero articolo