AGI - "Votare ai referendum di giugno? Io continuo a dire che ci penso, però di una cosa sono sicuro: farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa, poi io magari vado a votare...". Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa durante l'incontro 'Spazio Cultura' a Firenze.
Le opposizioni, La Russa si dimetta
La replica del capogruppo PD in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, non si è fatta attendere: "Il presidente del Senato ha dichiarato che farà propaganda perché la gente resti a casa al referendum. Non era mai accaduto che la seconda carica dello Stato facesse un appello di questo tipo. Nel giorno, tra l'altro, in cui piangiamo la morte di Aldo Moro e di Peppino Impastato, due martiri della democrazia. Siamo di fronte a un atteggiamento che non esito a definire eversivo", ha concluso Scotto.
Sulla stessa lunghezza d'onda il deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli: "Il presidente del Senato che fa campagna per l'astensione è una dichiarazione di guerra alla Costituzione e alla nostra democrazia. Si dimetta e torni nella sua casa ad ammirare i busti del suo duce". Per Riccardo Magi, segretario di Più Europa e presidente del comitato promotore del referendum sulla cittadinanza, "La Russa non sa nemmeno cosa sia la democrazia, visto che insieme al governo Meloni ha trasformato il Senato nel passacarte di Palazzo Chigi. Ma che annunci che farà attivamente campagna perchè la gente non vada a votare è indegno, da ultima carica dello Stato, altro che seconda".
Landini (Cgil), "votare per cambiare leggi sbagliate"
Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, a Genova per promuovere il referendum dell'8-9 giugno, spiega che con i quesiti "stiamo chiedendo di cambiare tutte le leggi sbagliate, come il Jobs Act ma anche quelle sulla liberalizzazione dei contratti a termine che ha fatto il governo Meloni. Non è un voto contro questo o quel governo, – aggiunge – contro questo o quel partito. Questo è un voto per cambiare la logica balorda che tutti hanno usato in questi 20 anni".
Il leader della Cgil sottolinea che "non si va a votare per la Cgil, non si va a votare per qualcuno: vai a votare per te. Chi va a votare, va a votare per migliorare i suoi diritti, va a votare per cambiare queste leggi balorde".
Landini spiega che "è come se a un certo punto, l'8 e il 9, per un giorno, ognuno di noi diventa un parlamentare, perché attraverso quel voto noi cancelliamo le leggi balorde che in questo Parlamento han fatto, non per i bisogni della gente, ma per il mercato, per i profitti. Infatti ciò che è aumentato in questi anni sono i profitti, non i salari. Ed è aumentata la precarietà. Io non metto in discussione che Renzi, quando ha fatto queste cose, magari pensava di fare una cosa giusta, però i dati vanno da un'altra parte. E quindi se uno è onesto, deve rendersi conto che c'è da cambiare questa situazione".
Poi, aggiunge il segretario della Cgil, "se non lo vuol fare, sono convinto che la maggioranza di questo Paese andrà a votare e ognuno dovrà fare i conti col fatto che la maggioranza di questo Paese ne ha piene le scatole di leggi che sono andate a peggiorare la vita delle persone".
Fumarola (Cisl), "non condividiamo lo strumento"
Il partito della premier Meloni ha invitato al non voto in occasione dei referendum? "Non esprimo giudizi sugli aspetti e sulle decisioni di altri, io guardo le cose in casa Cisl. La nostra posizione è che non condividiamo lo strumento del referendum e non abbiamo espresso nessun tipo di indicazione di voto", ha spiegato la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, a Pompei per la giornata conclusiva del congresso regionale del sindacato in Campania.
"Pensiamo che quelle materie debbano essere discusse e cambiate, laddove dovesse essere necessario, in altri contesti, quindi noi critichiamo lo strumento – ha aggiunto – non abbiamo aggiunto altro".
Tajani, "legittimo non andare a votare"
In mattinata era stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Start su Sky a dire la sua: "Non andare a votare per il referendum è legittimo**. Dire 'sono contrario al raggiungimento del quorum' è una posizione che ha avuto Giorgio Napolitano, Marco Pannella e anche il PD. È stata anche una scelta della sinistra in altre occasioni".