L'appello del Papa: "Il cinema è in pericolo, dobbiamo aiutarlo"

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AGI - "Le sale cinematografiche vivono una preoccupante erosione che le sta sottraendo a città e quartieri. E non sono in pochi a dire che l'arte del cinema e l'esperienza cinematografica sono in pericolo". Così Papa Leone XIV V ricevendo in udienza i rappresentanti del mondo del Cinema. "Invito le istituzioni a non rassegnarsi e a cooperare per affermare il valore sociale e culturale di questa attività", ha sottolineato il Pontefice che ha rimarcato: "Strutture culturali come i cinema e i teatri sono dei cuori pulsanti dei nostri territori, perché contribuiscono alla loro umanizzazione. Se una città è viva è anche grazie ai suoi spazi culturali: dobbiamo abitarli, costruirci relazioni, giorno dopo giorno". 

Il regista Spike Lee ha consegnato al Pontefice una maglia Nba con la scritta "Pope Leo 14" al termine dell'udienza. Prima di lui, l'attrice Cate Blanchett ha donato al Pontefice un bracciale. Il Papa ha salutato uno per uno i presenti nella sala Clementina.

"Abbiamo bisogno di testimoni di speranza"

"La nostra epoca ha bisogno di testimoni di speranza, di bellezza, di verità: voi con il vostro lavoro artistico potete esserlo", ha detto il Papa. "Recuperare l'autenticità dell'immagine per salvaguardare e promuovere la dignità umana è nel potere del buon cinema e di chi ne è autore e protagonista", ha sottolineato il Pontefice. "Non abbiate paura del confronto con le ferite del mondo. La violenza, la povertà, l'esilio, la solitudine, le dipendenze, le guerre dimenticate sono ferite che chiedono di essere viste e raccontate", ha aggiunto. 

"Il grande cinema non sfrutta il dolore ma lo indaga"

"Il grande cinema non sfrutta il dolore: lo accompagna, lo indaga. Questo hanno fatto tutti i grandi registi", ha osservato Papa Leone XIV ricevendo in udienza i rappresentanti del mondo del Cinema. "Dare voce ai sentimenti complessi, contraddittori, talvolta oscuri che abitano il cuore dell'essere umano è un atto d'amore", ha sottolineato, aggiungendo che "l'arte non deve fuggire il mistero della fragilità: deve ascoltarlo, deve saper sostare davanti a esso". "Il cinema, senza essere didascalico, ha in se', nelle sue forme autenticamente artistiche, la possibilità di educare lo sguardo". 

 

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