Joao l'astro nascente, perché nel tennis sta impazzando il 'Fonsequismo'

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AGI - In Sudamerica e tra i fan di tennis della Generazione Z impazza il 'Fonsequismo', come è stato ribattezzato il tifo per Jaao Felix, il brasiliano nuovo astro nascente della racchetta che domenica all'età di 18 anni, 5 mesi e 26 giorni ha conquistato il suo primo torneo Atp a Buenos Aires, settimo tennista più giovane a riuscirci nell'era Open. Sui social è un fenomeno dilagante e lo ha celebrato persino il Comitato olimpico brasiliano che su X ha scritto "Fonsequismo ta' on", "il 'fonsequismo' si accende". Il sito della Copa America ha scritto che il "Fonsequismo è di moda" e anche quelle degli Us Open ha reso omaggio al campioncino di Rio de Janeiro.

 

La parola è entrata anche nel lessico anglofono come sinonimo di tifo per il tennista, soppianto l'antico significato legato alla corrente filosofica che seguiva il gesuita Pedro da Fonseca che si ispirava ad Aristotele. Fonseca, peraltro, è un fenomeno suo: la sua palla emette un rumore diverso quando esce dalla racchetta. Diverso da quello di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, ma poi viaggia anche più velocemente di quella dei due grandi rivali che è destinato a sfidare nel prossimo decennio. In un anno ha guadagnato 580 posizioni di classifica (adesso ha raggiunto il 68mo posto) ed è il più giovane brasiliano di sempre ad essersi imposto in un torneo professionistico.

 

Non può sfuggire il fatto che la vittoria è arrivata in Argentina contro un argentino, Francisco Cerundolo, numero 26 del mondo, dopo averne sconfitti altri due: Coria e Navone. Cerundolo è giocatore di ottimo livello e buona esperienza: il clima era quello che solo in Sudamerica si può trovare con una passione popolare che sconfina spesso nel tifo becero che avrebbe potuto annichilire chiunque. Non il giovane Joao, già campione delle Next Gen Finals nello scorso autunno, che ha scelto un momento particolarissimo per far notare a tutti la luminosità della sua stella: quello in cui il numero 1 al mondo Sinner è fermo ai box per squalifica e tale resterà fino al 4 maggio. 

 

Quando tornerà in campo, Jannik saprà che dovrà affrontare un pretendente in più al suo trono e non più un giovane promettente che ha in volto, lui che è nato a Rio, lo stesso sorriso di quel 'Guga' Kuerten la cui palla viaggiava assai meno rispetto alla sua, ma che è diventato per il Brasile un idolo al pari di Ayrton Senna e molti campioni del calcio. Fonseca non si nasconde certo nè dietro a un dito nè dietro il suo sorriso: punta in alto, molto in alto. "Voglio diventare numero 1" ha detto subito dopo il trionfo e c'è da credergli. Il suo tennis è stato giustamente definito quello di un Sinner 3.0: grande mobilità di gambe, ottimo timing, dritto devastante, rovescio pulito e potente anche se da migliorare, servizio violento.

 

Ma soprattutto una capacità di non cedere alle emozioni (ha annullato un matchpoint ad un altro argentino, Mariano Navone, in semifinale) che ricorda assai quella di Sinner. Per un ragazzo di 18 anni non c'è male. Sulle palle che arrivano a rete o al di sopra della spalla ci sarà ancora da lavorare ma se con questi limiti Joao (che come Sinner nasce originariamente come giocatore di terra ma sui campi rapidi non sembra accusare alcun ritardo nel punto di impatto con la palla) è arrivato a rifilare un 6-4 7-6 a Francisco Cerundolo a Buenos Aires qualcosa vorrà pur dire. Senza dimenticare che il suo fisico, al pari di quello di Sinner quando aveva la sua età, è ancora in fase di formazione e pure in altezza potrebbe ancora guadagnare un paio di centimetri.

 

L'allievo di Texheira è un unto del Signore che già oggi è simile a Sinner anche sotto un altro aspetto: un intero Paese aspettava da decenni l'avvento di un giocatore-leader capace di rinverdire i fasti di 'Guga', oggi 48enne e tre volte vincitore del Roland Garros, e di scatenare la sua passione. E la spinta di un intero Paese, come la crescita di Sinner dimostra, può sortire effetti clamorosi sulla carriera di un giovane giocatore specie se questi dimostra di avere le spalle larghe: e Fonseca c'è già riuscito. Joao giocherà ora dell'Atp 500 di Rio, a casa sua: facile prevedere cosa succederà. 

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