Il viaggio di Lia Levi nelle piazze giovanili dei primi del Novecento

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AGI - E' un romanzo di formazione che ruota attorno a tre compagni di classe alle prese con la complicata ricerca di se stessi e del loro ruolo nel mondo ‘E se non partissi anch'io' (edizioni e/o) appena sbarcato in libreria. Ma Lia Levi, preziosa custode letteraria della memoria ebraica, che con questo libro sposta lo sguardo più indietro rispetto all'ambientazione storica della persecuzione nazifascista in cui si muovono tradizionalmente i suoi libri, ci ha messo parecchio di più. Affidando a Ida, la ragazza ebrea del trio, il compito di barcamenarsi tra modernità e tradizione, conquiste femministe e vita di coppia, tra il desiderio di aprirsi al mondo e la spinta, anche per una laica come lei, ad evitare un matrimonio misto.

 

E suscitando nei lettori una riflessione sul clima che si respirava nelle piazze che agitavano l'Italia alla vigilia della prima guerra mondiale e quello che vediamo oggi, dopo il pogrom di Hamas del 7 ottobre 2023.  ‘E se non partissi anch'io' (il titolo si rifà allo slogan che animava le piazze studentesche interventiste, tratto dall' ‘Addio del volontario' di Carlo Alberto Bosi) è una sorta di ‘spin off' di ‘Ognuno accanto alla sua notte', scritto nel 2021, nato da una richiesta esplicita dei lettori.

 

“Ida era la zia del personaggio che in quel libro si ribellava ai genitori – chiarisce Levi all'Agi - e che, pur appoggiandolo, lo metteva in guardia sugli effetti collaterali della ribellione chiarendo di averli sperimentati in prima persona”. Visto che in tanti durante le presentazioni chiedevano di saperne di più sulla storia di Ida, Levi ha cominciato a meditare su questa vicenda femminista, sulla libertà delle donne di scegliere il loro futuro lavorativo e sentimentale, che si intrecciava con una grande macerazione ebraica interiore, anelito ad essere come gli altri da una parte e forza di attrazione delle tradizioni dall'altra. Il tutto affidato alla storia di Ida che, annuncia la scrittrice, avrà un sequel.

 

 

Siamo a Roma nei primi anni del XX secolo, in un momento storico dominato dalla guerra e dal tumultuoso dibattito tra pacifismo socialista e interventismo patriottico che animava circoli e piazze. Ida è la primogenita dell'antiquario Benedetto Sabatello, il cui padre è vissuto nel ghetto all'epoca degli oltraggiosi cancelli che privavano gli ebrei della loro libertà.

 

Al contrario di sua moglie Rosina, ancorata alle tradizioni, contraria all'idea di aprire il voto delle donne e scandalizzata per la scelta della figlia di frequentare una scuola mista, con maschi e femmine addirittura mescolate nelle stessi classi, è lui l'open minded della famiglia, convinto che l'alba di un mondo nuovo era appena sorta e che la figlia Ida, brillante adolescente con una spiccata vocazione per il disegno, sarebbe stata una delle protagoniste.  

Lo diventerà, anche grazie all'incontro e al confronto con i compagni di scuola Vanessa, madre gallerista d'arte pacifista e femminista impegnata e padre artista che vive in Spagna, e del colto battutista Andrea, anche lui di famiglia intellettuale: un trio consapevole della necessità di aprirsi a una società in cambiamento, ad altri punti di vista, a cominciare da quello che aveva iniziato a considerare le donne erano al pari degli uomini. Intorno ai tre si muovono personaggi che animano il romanzo corale e contribuiscono alla lievità con cui Lia Levi affronta da sempre temi e periodi storici cruciali: dalla governante inglese di Vanessa, Miss Kilman, che si batte per i diritti dei poveri e delle donne, alla balia Olimpia, passando per la “parnassessa” del vecchio ghetto e per la popolana Angelina, con il marito in guerra, sicura che “l'amore da lontano, dopo tanto tempo, scade”.

 

 

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