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Il cambiamento climatico fa male ai denti degli squali, ecco perchè - Fast.it

Il cambiamento climatico fa male ai denti degli squali, ecco perchè

7 ore fa 1

AGI - Il cambiamento climatico e l'acidificazione degli oceani potrebbero mettere a rischio i denti degli squali. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Marine Science, condotto dagli scienziati dell'Università Heinrich Heine di Dusseldorf (HHU).

Studio sull'acidificazione degli oceani

Il team, guidato da Maximilian Baum e Sebastian Fraune, ha esaminato i denti degli squali in diversi scenari di acidificazione degli oceani per considerare il potenziale effetto di questo fenomeno su questi famigerati predatori subacquei. Gli squali, spiegano gli esperti, sono famosi per la loro capacità di sostituire i denti, fondamentali per la cattura delle prede. L'abilità di far ricrescere i denti, però, potrebbe non essere sufficiente a garantire una buona resistenza alle pressioni di un mondo in continuo riscaldamento, specialmente con l'incremento dei livelli di acidità delle acque.

Il pH dell'acqua

L'acidificazione, continuano gli scienziati, è il processo per il quale il pH dell'acqua si abbassa, ed è provocato principalmente dal rilascio di anidride carbonica di origine antropica. Attualmente, il pH medio dell'oceano è di 8,1, ma le stime prevedono che entro il 2300 questo valore calerà a 7,3, per cui l'acqua sarà circa dieci volte più acida rispetto alle condizioni odierne. Nell'ambito dell'indagine, i ricercatori hanno raccolto più di 600 singoli denti di squalo da un acquario, 16 dei quali sono stati utilizzati in una serie di esperimenti sul pH, mentre altri 36 sono serviti per le misurazioni della circonferenza prima e dopo le sessioni. I denti sono stati incubati per otto settimane in vasche separate da 20 litri. I risultati hanno mostrato che acque più acide provocavano denti più fragili e deboli.

Vulnerabilità dei denti degli squali

"I denti degli squali - afferma Baum - rappresentano una risorsa importante nella predazione, che si è evoluta per tagliare la carne. Allo stesso tempo, essendo composti da fosfati altamente mineralizzati, sono molto vulnerabili alla corrosione".

Danni superficiali e degrado strutturale

"Abbiamo osservato danni superficiali visibili - riporta Fraune - come crepe e buchi, un aumento della corrosione radicolare e un notevole degrado strutturale. Anche la circonferenza del dente era maggiore a livelli di pH più elevati. Non si verificava un'effettiva crescita del dente, ma una irregolarità della struttura superficiale". Gli studiosi precisano che il lavoro ha preso in considerazione solo denti già espulsi e tessuto mineralizzato non vivente, per cui non sono stati esaminati i processi di riparazione che potrebbero avvenire negli organismi viventi.

Complessità della situazione negli esemplari reali

"Negli esemplari reali - osserva Fraune - la situazione potrebbe essere più complessa: gli squali potrebbero essere in grado di rimineralizzare o sostituire i denti danneggiati più velocemente, ma i costi energetici di questa operazione sarebbero probabilmente più elevati in acque acidificate. Saranno necessari ulteriori approfondimenti per comprendere queste dinamiche".

Preservare l'integrità dei denti

"Mantenere il pH medio delle acque oceaniche intorno al valore attuale - concludono gli autori - è fondamentale per preservare l'integrità fisica dei denti di questi predatori. Abbiamo infatti dimostrato che anche danni microscopici potrebbero rappresentare un serio problema per questi animali, che dipendono dai loro denti per la sopravvivenza. Questo lavoro ci ricorda che gli impatti del cambiamento climatico si ripercuotono a cascata su intere catene alimentari ed ecosistemi".

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