Grillo è tornato: "Riprendiamoci i dati contro lo strapotere delle big tech Usa"

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AGI - Tra l'approccio, quasi apocalittico, del guru del web e una sorta di sovranismo digitale in salsa europea. A metà l'attualità e gli echi delle 'visioni' delle origini, Beppe Grillo torna sul suo Blog con una lunga e articolata analisi che parte dalla cronaca dei dazi imposti dal presidente Usa Donald Trump e giunge alla conclusione che, più che le merci, i veri beni da proteggere sono quelli immateriali. 'Non con i dazi, ma con i dati', è il titolo del post del fondatore del M5s. Che, al termine della sua disamina, snocciola una serie di proposte per preservare questo patrimonio di informazioni dallo strapotere delle 'Big Tech' americane.


"Serve dare alle persone un modo semplice per riprendersi ciò che è loro", esorta l'ormai ex Garante dei Cinque Stelle. Una delle soluzioni, suggerisce, è "un aggregatore personale di dati, uno strumento sotto il pieno controllo dell'utente, che raccolga tutto ciò che produciamo online (ricerche, cronologia, acquisti, spostamenti, documenti) che ci permetta di decidere cosa condividere, con chi e a che condizioni, un portafoglio dei dati, insomma, che metta fine al modello in cui siamo noi il prodotto e altri a fare cassa".

 È il ritorno all' 'Uno vale uno' - riprendendo uno storico slogan delle origini del M5s - per contrastare il dominio dei giganti della Silicon Valley. A sorpresa, il comico punta proprio sull'Europa per raggiungere l'obiettivo dell'indipendenza strategica nel campo dei big data. Grillo parla di "Investire in infrastrutture tecnologiche europee", propone di "Applicare una web tax che tassi equamente i profitti generati dalle big tech" e di "Imporre la residenza dei dati pubblici e critici in Europa". E ancora: "Proteggere le startup europee, sia nel settore tecnologico che in quello fintech e dei pagamenti" e "Promuovere l'adozione di soluzioni digitali europee nei servizi pubblici, nella scuola e nelle imprese".


Il comico indossa di nuovo i panni del guru della tecnologia e avverte: "Stiamo guardando dalla parte sbagliata. I prodotti americani più presenti nelle nostre vite oggi non sono quelli sulle mensole dei supermercati. Sono quelli invisibili, quelli che ci leggono, ci profilano, ci suggeriscono cosa comprare, chi votare, cosa pensare. Sono i servizi digitali". Non rispondere penalizzando "Harley, whisky e jeans" ma limitare l'influenza di una "manciata di piattaforme americane" come "Google, Meta, Amazon, Microsoft, Apple: aziende private che decidono come funziona la nostra quotidianità".

"I dati sono diventati il nuovo petrolio, e noi stiamo seduti sul giacimento senza nemmeno sapere a chi lo stiamo regalando.

Nel frattempo, negli Stati Uniti i profitti delle Big Tech crescono a dismisura, in Cina si costruiscono alternative di Stato, e in Europa si discute di come fare la digitalizzazione 'a norma di Gdpr'", mette in guardia ancora Grillo.

La 'visione', stavolta, è quella di costruire un ecosistema di piattaforme europee. Quindi gli esempi virtuosi, secondo l'ex Garante: "Ci sono esperimenti promettenti: Gaia-X, ad esempio, vuole creare un cloud europeo basato su regole condivise e standard aperti; Qwant ed Ecosia stanno lavorando a un motore di ricerca europeo; Mastodon, sviluppato in Germania, è diventato una valida alternativa a Twitter/X, tanto da essere adottato anche da enti pubblici". Da social e motori di ricerca alle frontiere, ancora per certi versi ignote, dell'Intelligenza Artificiale. Campo in cui Grillo cita "il progetto Bloom" e "la startup Aleph Alepha".

"Riprenderci i dati vuol dire riprenderci la libertà di scegliere. Vuol dire smettere di fare da spettatori mentre altri decidono tutto al posto nostro. Non sarà facile, ma neanche continuare a guardare dalla parte sbagliata lo è", è l'ammonimento finale.

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