Giorgetti: "Obiettivo è raggiungere il 2% del Pil alla difesa senza lo stop al Patto di stabilità"

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AGI - Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, incassa il riconoscimento di S&P, che ha alzato il rating dell'Italia a BBB+, "ce lo meritavamo ma non ce l'aspettavamo"; assicura che "non ci sarà una manovra correttiva", nonostante la revisione al ribasso della crescita del Pil per quest'anno allo 0,6%, pur ammettendo che questo "permette un rientro dell'indebitamento meno significativo di quello auspicato"; e annuncia che il suo obiettivo è "raggiungere il 2% del Pil alla difesa" senza attivare la sospensione della Patto di stabilità.

 

Sul colloquio - e negoziati - tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente americano, Donald Trump, torna al commento sul rating "ci meritiamo tanto ma non ci aspettiamo nulla". All'Ecofin informale di Varsavia dove i ministri europei hanno discusso di dazi e difesa l'Italia ribadisce le sue perplessità nei confronti del ReArm europeo - che dovrebbe mobilitare 800 miliardi - ma basandosi sempre su debito che primo o poi tornerà a gravare sugli Stati. "Ci sono sensibilità diverse, problemi diversi, situazioni diverse.

 

C'è chi ha un grande spazio fiscale come la Germania, c'è chi questo spazio fiscale non ce l'ha, come l'Italia e quindi credo che l'Europa debba considerare queste diverse situazioni e sensibilità", spiega Giorgetti. Il ministro chiede quindi di prendere tempo prima di attivare la clausola di salvaguardia o ricorrere al piano Safe da 150 miliardi di prestiti. Almeno non prima del vertice Nato dell'Aja di giugno, dove potrebbero essere tracciate nuove richieste e fissati obiettivi aggiuntivi.

 

"C'è un ampio spettro di posizioni ed è opportuno in qualche modo avere decisioni coordinate. Serve un po' di tempo, poiché mi sembra che le idee siano abbastanza diversificate in proposito", spiega.

 

"Ci sono state tante proposte sul tavolo, c'è anche la proposta italiana. Sono aspetti di carattere tecnico ma naturalmente prima bisogna prendere una decisione politica e, soprattutto a mio giudizio, bisogna anche aspettare gli esiti del vertice Nato di giugno. Perche' ricordo che e' importante rafforzare la difesa europea ma sempre nell'ambito dell'Alleanza atlantica", aggiunge. 

 

La Commissione europea, rappresentata a Varsavia dal commissario all'Economia, Valdis Dombrovskis, si mostra disponibile ad accogliere ogni richiesta, pur sottolineando la necessita' di procedere con urgenza. "Un'ampia maggioranza di Stati ricorrera' all'utilizzo della clausola", afferma.

 

"Abbiamo proposto aprile in modo che il Consiglio possa approvare le procedure a luglio, ma non è una scadenza: alcuni Stati possono fare richiesta anche dopo", precisa. Giorgetti si lascia scivolare addosso anche un altro no incassato da Dombrovskis: l'ipotesi di sospendere in modo generalizzato il Patto di stabilità per tutti i Paesi e tutte le spese per fare fronte alla guerra commerciale viene respinta.

 

Per Bruxelles non vi sono le condizioni, in quanto non si prevede una grave recessione, pur tenendo conto degli effetti dei dazi imposti da Trump. "Ma quindi se sono vere le previsioni di disastro economico di queste politiche commerciali, per ora accantonate, l'attivazione della clausola sarà automatica", osserva il ministro italiano.

 

E respinge chi tenta di fargli minimizzare l'impatto delle misure statunitensi: "I dazi impliciti ed espliciti non solo quelli di Trump che ci sono in giro per il mondo, e che forse qualcuno non ha considerato, come le politiche di dumping della Cina, fanno molto male all'economia italiana e all'industria italiana", chiarisce. E ammonisce: "Con la Cina non c'e' nessun riavvicinamento ma un doveroso dialogo".

 

Nel frattempo l'Unione europea vuole accelerare sulla difesa, non solo sul fronte della sospensione del Patto ma anche sui 150 miliardi di prestiti comuni. "Puntiamo all'approvazione al Consiglio dello strumento Safe già a maggio", annuncia il ministro dell'Economia polacco, Andrzej Domanski, a nome della presidenza di turno dell'Ue.

 

La prossima settimana avrà una videoconferenza di coordinamento - definito 'cruciale - con gli Stati che hanno intenzione di attivare la sospensione del Patto. Tuttavia, molti Paesi ritengono che il piano ReArm Europe che punta a mobilitare 800 miliardi di euro non sia sufficiente.

 

La Spagna, ad esempio, propone la creazione di un fondo europeo temporaneo, aperto anche alla partecipazione di Stati extra-Ue, finanziato da fondi nazionali e dagli asset russi congelati, per sostenere la spesa per la difesa attraverso prestiti e sussidi. Dombrovskis apre all'idea, precisando che "la Commissione è pronta a valutare ogni opzione" per aumentare i fondi destinati alla sicurezza, ma ricorda che gli asset russi sono già vincolati come garanzia per i prestiti del G7 e per le riparazioni di guerra. 

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