AGI - È nato in salute il primo bambino al mondo concepito con un sistema di iniezione intracitoplasmatica del liquido seminale (ICSI) completamente automatizzato e controllato digitalmente. A descrivere il caso uno studio, pubblicato sulla rivista Reproductive Biomedicine Online, condotto dagli scienziati di Conceivable Life Sciences di New York e Guadalajara, Messico.
Il team, guidato da Jacques Cohen, Alejandro Chavez-Badiola e Gerardo Mendizabal-Ruiz, ha riportato i risultati di una gravidanza avviata attraverso l'ICSI gestito dall'intelligenza artificiale con l'assistenza di un operatore in remoto. Sviluppato negli anni '90, questo metodo è ora di routine per la fecondazione assistita, e prevede l'iniezione di un singolo spermatozoo all'interno di un ovulo maturo. Il trattamento è stato fornito sotto la supervisione del comitato di revisione presso Hope IVF Mexico (Guadalajara) come parte di un'indagine pilota su vari processi di automazione nel laboratorio di fertilità.
Il sistema è stato ideato come una postazione di lavoro che automatizza ciascuno dei 23 passaggi della procedura ICSI standard. La procedura è stata eseguita in modo indipendente con il controllo dell'intelligenza artificiale e di un operatore remoto. Attualmente, tutte le procedure ICSI del mondo sono eseguite manualmente da embriologi qualificati, ma le prestazioni possono variare significativamente tra gli individui.
"L'automazione del processo ICSI - afferma Cohen - rappresenta una soluzione trasformativa che promette di migliorare la precisione, migliorare l'efficienza e garantire risultati coerenti. Ciò potrebbe migliorare la sopravvivenza dell'ovulo, ottimizzando i tempi e facilitando la fecondazione".
Nell'ambito di questo lavoro, l'intelligenza artificiale ha posizionato lo spermatozoo nella pipetta di iniezione e ha diretto la microiniezione all'interno dell'ovulo. "Il livello di accuratezza garantito dall'IA - osserva Mendizabal-Ruiz - è nettamente superiore alle capacità umane".
La gravidanza è stata portata avanti da una donna di 40 anni che si era già sottoposta a un processo di fecondazione in vitro, che però non aveva portato a un embrione. Il sistema automatizzato è stato impostato in loco, ma in seguito operatori remoti, nella clinica di Guadalajara e a New York, hanno impartito comandi tramite un'interfaccia digitale per eseguire ciascuno dei 23 passaggi di microiniezione per ogni ovulo (un totale di 115 passaggi). Nel complesso, l'intera procedura ha richiesto una media di 9 minuti e 56 secondi per ovulo, a fronte dei 10-15 minuti necessari con i metodi standard.
"Prevediamo di ridurre significativamente questo arco di tempo - sottolinea Mendizabal-Ruiz - nel sistema automatizzato, quattro dei cinque ovuli iniettati hanno raggiunto fecondazione normale. Un embrione di alta qualità che è progredito fino allo stadio di blastocisti in coltura era stato fecondato con il sistema automatizzato sotto controllo remoto a New York, a 3700 km di distanza".
Il bimbo, un maschio, è nato in salute, riportano gli scienziati, dopo una gestazione normale. "La validità di questo sistema - conclude Chavez-Badiola - in un'applicazione di trattamento più ampia dipenderà dalla sua prestazione in una coorte pià ampia. I risultati preliminari, pero', sono molto promettenti".