Eni racconta il suo impegno nel clean cooking con una mostra al Maxxi di Roma

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AGI - Una mostra al Maxxi di Roma per raccontare il clean cooking. E' quella organizzata da Eni dal titolo "FE&L Food Energy & Life", in calendario dal 15 al 30 ottobre al Corner MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo - di Roma. Attraverso le fotografie di Gabriele Galimberti e proiezioni video immersive che ritraggono le prime tappe in Mozambico e Angola, la mostra offre una testimonianza della ricerca svolta da Eni sulle tradizioni culinarie, gli aspetti nutrizionali e i benefici legati all'adozione dei fornelli da cucina migliorati distribuiti alle comunità locali nell'ambito del programma "Eni for Clean Cooking".

 

Un racconto dedicato al progetto e alla vita delle popolazioni dove Eni sta sviluppando e diffondendo l'iniziativa. Il programma "Eni for Clean Cooking" si inserisce nel percorso di just transition che accompagna Eni verso gli obiettivi di neutralità carbonica al 2050 attraverso la riduzione delle emissioni (scope 1, 2 e 3). La distribuzione di fornelli migliorati - la cui efficienza è certificata secondo gli standard della Clean Cooking Alliance - permette ad Eni di generare parte dei crediti di carbonio necessari per la compensazione delle emissioni residue. Il programma prevede la fornitura gratuita di fornelli ad alto rendimento energetico (Improved cookstove) a famiglie attualmente dipendenti da sistemi di cottura inefficienti. 

 

Oltre ai benefici di carattere ambientale e di risparmio in termini di spesa per il combustibile, l'adozione di fornelli migliorati e avanzati permette, infatti, di ridurre l'esposizione ai fumi tossici che sono responsabili dei problemi di salute che ogni anno causano 3,7 milioni di morti premature, prevalentemente di donne e bambini.

 

Per Emanuele Banfi, responsabile della gestione carbon credit di Eni "il clean cooking è stato per tanto tempo un tema sottovalutato, anche se al mondo ogni anno muoiono quasi 4 milioni di persone, per effetti diretti o indiretti delle cucine. Oltre un miliardo di persone in Africa cuociono ancora tutti i giorni il cibo su quelli che vengono chiamati fornelli a tre pietre con fuoco libero che ovviamente produce molto inquinamento nelle case e intossica le famiglie".

 

Il programma che Eni sta portando avanti "prevede di distribuire e di aiutare le famiglie ad accedere a sistemi di cottura migliorati per ridurre le emissioni all'interno delle abitazioni. Questo noi lo facciamo all'interno della transizione ecologica che porterà Eni a essere Net Zero al 2050". Eni punta a raggiungere 10 milioni di persone al 2027 e 20 milioni al 2030 che "rappresentano oggi il 2% della popolazione che in Africa non ha accesso al clean cooking e lo facciamo lavorando nei Paesi con partner locali. Ad oggi abbiamo raggiunto più di un milione di persone", ha spiegato Banfi.

 

Con il clean cooking "riusciamo a rappresentare i tre pilastri della sostenibilità. Quello sociale promuovendo una cucina pulita, un sistema di cottura che contribuisce a migliorare sensibilmente la salute delle famiglie", ha spiegato Andrea Marsanich responsabile carbon offset solutuions di Eni. "Ma contribuiamo anche all'ambiente perché la promozione di questi sistemi di cottura permette di ridurre le emissioni, con un contributo importante alla lotta al cambiamento climatico e c'è poi il pilastro economico". Il tutto si inserisce, ha aggiunto Marsanich, "in un programma che include tante altre leve, dalla lotta alla deforestazione, al ripristino degli ecosistemi". 

 

Filippo Uberti, responsabile salute di Eni, ha focalizzato il suo contributo sulla importanza della "riduzione delle malattie collegate alla combustione domestica che è quella che si genera per cucinare il cibo. Ci siamo impegnati partendo dall'obiettivo specifico di ridurre l'impatto delle malattie legate alla combustione domestica usata per la preparazione del cibo sia per le malattie cardiovascolari sia per quelle respiratorie. Abbiamo anche un gravissimo problema collegato alla salute materno-infantile che è pesantemente affetta dalle emissioni domestiche collegate alla preparazione del cibo".

 

 

La ceo di Clean Cooking Alliance, Dymphna van der Lans ha sottolineato l'importanza delle partnership in questi settori. "Noi siamo una Ong e non possiamo fare tutto da soli", ha spiegato. "Sono davvero entusiasta per ciò che stiamo facendo con Eni che abbraccia gli impatti sulla salute, senza concentrarsi esclusivamente sull'energia", ha detto parlando della collaborazione con Eni. "Un elemento da ricordare - ha concluso van der Lans - è che la mancanza di accesso al clean cooking a livello globale ogni anno contribuisce al cambiamento climatico. La CO2 emessa nel settore equivale a quella dell'industria aeronautica globale. Ma il costo da affrontare per l'aviazione è circa cento volte maggiore rispetto a quello necessario al clean cooking dove i vantaggi sono immediati e più facili da ottenere" rispetto all'aviazione. 

 

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