AGI - Gli sperimentatori hanno raccolto le informazioni di imaging durante la proiezione di 63 sequenze di gol delle due squadre considerate e di un terzo team. I ricercatori hanno condotto un'analisi dell'intero cervello per confrontare le risposte neurali quando i partecipanti guardavano la loro squadra del cuore segnare contro un rivale storico (vittoria significativa) rispetto a quando il rivale storico segnava contro la loro squadra (sconfitta significativa), con condizioni di controllo per le sequenze che riguardavano team terzi.
Le reazioni
I risultati hanno mostrato che l'attività cerebrale cambiava notevolmente nei tre scenari. "La rivalità - riporta Zamorano - riconfigura rapidamente l'equilibrio tra valutazione e controllo del cervello in pochi secondi. In caso di vittoria significativa, il circuito di ricompensa nel cervello viene amplificato rispetto alle vittorie non rivali, mentre in caso di sconfitta significativa la corteccia cingolata anteriore dorsale (dACC), che svolge un ruolo importante nel controllo cognitivo, mostra una paradossale soppressione dei segnali di controllo".
Questo processo, precisano gli studiosi, si definisce come il tentativo di reprimere un pensiero, un sentimento o un comportamento che produce il risultato opposto. Una maggiore attivazione nelle regioni del sistema di ricompensa si è verificata quando le squadre dei partecipanti hanno segnato contro avversari rispetto a non avversari, suggerendo un legame di gruppo e un rafforzamento dell'identità sociale. L'effetto era più elevato nei partecipanti fortemente fanatici.
"La stessa firma neurale - conclude Zamorano - potrebbe verificarsi nelle discussioni con argomenti fortemente polarizzanti. Studiare il fanatismo è importante perché rivela meccanismi interni che si formano nella prima infanzia. Le società che trascurano lo sviluppo precoce non evitano il fanatismo, ma ne ereditano i danni".







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