De Angelis: "Mai stata vittima di stalking ma da donna conosco quella violenza" [VIDEO]

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AGI - "Non sono mai stata vittima di stalking, però partiamo dall'assunto che come donna all'interno della società esiste un tipo di violenza sistemica che ogni donna nel suo piccolo, verbale o fisica, ha vissuto. Quindi essere donna ti prepara automaticamente a poterti calare all'interno di un ruolo del genere - e questa è una cosa preoccupante perché è un dato reale drammatico - quindi diciamo che da quel punto di vista lo sforzo immaginativo non è stato enorme". Matilda De Angelis spiega all'AGI come si è calata nel personaggio dell'avvocatessa protagonista del film 'La lezione' di Stefano Mordini, film in cui a 10 anni da 'Veloce come il vento' torna a recitare accanto Stefano Accorsi, in programma oggi alla Festa del cinema di Roma nella sezione Grand Public.

Il personaggio interpretato da Matilda De Angelis sembra una donna forte e invece ha un segreto doloroso alle spalle di violenza da parte del suo ex compagno, possessivo e ossessionato da lei tanto da essere stato condannato per stalking. Un passato che sembra tornare prepotente d'attualità con strani segnali, presenze elusive e un senso di costante minaccia che le insinuano il dubbio che il suo ex compagno abbia ripreso a perseguitarla. Il tutto dopo che un professore universitario di Filosofia (Stefano Accorsi) che ha difeso con successo dall'accusa di violenza sessuale la ricontattata per intentare una causa contro l'università che, pur avendolo reintegrato, lo relega a un ruolo marginale. Un uomo apparentemente mite e assolto dalla giustizia da un'accusa grave che forse però non è quello che sembra.

La complessità del personaggio: da vittima a difensore

"Era interessante costruire insieme a Stefano (Mordini, ndr) e a Stefano (Accorsi, ndr) il contraddittorio che esiste all'interno di questo personaggio - spiega ancora Matilda De Angelis - quindi da vittima a vittima-carnefice, a donna che come avvocato ha difeso un uomo accusato di violenza su un'altra donna pur essendo essa stessa una donna che è stata vittima di stalking e di violenza. E tutto questo in qualche modo conferisce la tridimensionalità al personaggio - prosegue - cioè è un personaggio che si cala profondamente all'interno della realtà. Quindi in questo film non ci sono discorsi ideali o scenari di fantasia, manichei - aggiunge - ma è uno spaccato molto reale di una vita molto specifica, drammaticamente purtroppo calata nella contemporaneità e nella realtà anche della nostra società".

Consapevolezza femminile e ritardo maschile

Parlando poi del contrasto alla violenza sulle donne nel nostro Paese, l'attrice spiega che "oggi sta migliorando la consapevolezza delle donne, delle vittime in generale. Vedo nelle nuove generazioni, nelle ragazze più giovani di me, un modo di parlare, un modo di porsi, un modo di pensare - perché è un modo di pensare quello che deve cambiare - purtroppo invece dal punto di vista della società maschile siamo indietro".

Cambiare la prospettiva: non solo difesa, ma prevenzione

"Ultimamente, infatti, stiamo molto lavorando sulla difesa - spiega ancora l'attrice - quindi insegniamo alle donne come difendersi da un certo tipo di violenza sistemica, ma quello che va cambiato in realtà è che dobbiamo spiegare agli uomini come non mettere in atto quel tipo di violenza sistemica, perché noi ci possiamo difendere quanto vogliamo, ma il problema è il sociale e il culturale. Quindi da quel punto di vista secondo me c'è ancora tantissimo lavoro da fare, perché è come chiedere alla vittima di comprendere i meccanismi del carnefice per difendersi. Ovviamente uno si deve proteggere - conclude - però sarebbe bello arrivare a un momento in cui le persone non si devono proprio porre il problema di difendersi da questo tipo di violenza".

'La morte e la fanciulla' ispirazione per 'La lezione'

'La lezione' è stato un progetto "che mi è stato proposto da Roberto Sessa e ci abbiamo lavorato io e Luca Infascelli - spiega il regista Stefano Mordini all'AGI - ci siamo chiusi dentro una casa, ci siamo isolati e prendendo spunto anche da titoli importanti come 'La morte e la fanciulla' di Polanski, abbiamo fatto un ragionamento sia dal punto di racconto visivo che cinematografico e lì è nato il film".

Come spiega ancora il regista, la scelta di una protagonista donna in carriera, un avvocato di successo, è importante nell'economia del film. "Il personaggio di Matilda è una donna forte e questo è importante perché era un'intenzione di scrittura molto specifica da parte nostra, poi di messa in scena - spiega - c'è una donna forte che a man mano viene minata nella sua forza. Non è una vittima predestinata e questo allarga il discorso, perché poi banalizziamo anche la condizione di vittima, come se riguardasse solo chi non ha la forza per affrontare una problematica grossa, invece no, lei è una donna forte che viene minata".

Il ruolo di Stefano Accorsi: carnefice o vittima?

Nel ruolo del presunto 'carnefice' che diventa vittima della sua vittima c'è Stefano Accorsi. Un ruolo che ricorda molto quello di Ben Kingsley in 'La morte e la fanciulla', per l'aspetto dimesso, il linguaggio sempre pacato usato e la professione d'innocenza a oltranza che insinua nello spettatore il dubbio che sia davvero innocente.

"Per calarmi nel ruolo del professore di 'La lezione' è stato importante leggere e rileggere questo copione - spiega Accorsi all'AGI - l'intenzione era quella di non semplificare le cose perché a volte dall'esterno sembra tutto molto più semplice. Perché non ha denunciato? Perché non ha fatto questo? Perché non ha fatto quello? Perché non l'ha detto prima? Ci si rende conto poi, in realtà, entrando nella materia e volendola affrontare nella sua complessità, che queste persone, se sono abili manipolatori, sono difficili anche da snidare - spiega Accorsi - sono talmente convinti di essere in qualche modo dalla parte del giusto che è molto difficile smascherarli".

La complessità della manipolazione e la forza del film

"Non si capisce se è colpevole, anche se alla fine ci sono degli elementi oggettivi che fanno capire che lo è, ma nonostante gli elementi oggettivi lui continua a cercare di manipolare la mente del personaggio di Matilda - aggiunge - e questa è la vera difficoltà. E secondo me è anche la forza del film, che ha cercato di rendere la complessità di questa materia. Sarebbe stato facile semplificare e dire a un certo punto: 'va bene, sono stato io'. Però purtroppo non è così", conclude.

 

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