Cooper: "Springsteen ci ricorda che l'America può ancora essere la terra dei sogni"

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A Roma venerdì sera l’anteprima di “Springsteen: liberami dal nulla” ha visto sfilare sul red carpet romano tra selfie e autografi Jeremy Allen White e Scott Cooper. L’attore protagonista e il regista hanno presentato il film che racconta il lato più umano e fragile del leggendario Bruce Springsteen. Un viaggio nel cuore del sogno americano, in un momento in cui The Boss era un giovane sulla cresta dell'onda che doveva combattere contro i propri demoni. Sorrisi sul red carpet con il sottofondo la musica di Nebraska, la cui genesi dell'album è la parte della vita di Springsteen raccontata nel film.

Jeremy Allen White, protagonista della serie 'The Bear' su Disney Plus, veste i panni del giovane Bruce. Sul tappeto rosso ha spiegato all’AGI cosa significhi oggi inseguire quel sogno americano che The Boss ha cantato per decenni: “Il sogno americano è essere in grado di perseguire la felicità, di lavorare duro e di raggiungerlo, di creare uno spazio per sé stessi”, ha spiegato. “Per me in particolare significa seguire una passione e far sì che possa succedere qualcosa. Questo è tutto per me: trovare ciò che ami e costruirci sopra la tua vita.” Un ideale che si intreccia con la musica di Springsteen, dove la libertà non è mai un privilegio ma una conquista quotidiana, fatta di resistenza, fatica e amore per ciò che si è.

Il regista Scott Cooper, già autore di 'Hostiles' e 'Crazy Heart', ha invece voluto sottolineare all’AGI la portata universale del messaggio di Springsteen, soprattutto per i giovani: “Molti giovani oggi soffrono, sono soli, isolati, vivono nella depressione,” ha spiegato. “Bruce Springsteen viveva la stessa condizione. Affrontando i suoi momenti più bui, ha creato uno dei dischi più belli degli ultimi cinquant'anni. È un esempio per chi cerca aiuto e vuole trasformare il dolore in creatività.”

Cooper ha poi allargato lo sguardo sull'America di oggi, travolta dalle difficoltà e tensioni dopo il ritorno di Trump: “Bruce parlava già nel 1982 dei problemi che viviamo oggi. Ci sono persone che inseguono il sogno americano e cadono, che vivono ai margini e non hanno una voce. Bruce la dà a loro. Parla a chi soffre in silenzio, a chi affronta ambiguità morali. È lui che ci ricorda che l'America può ancora essere una terra di sogni, perché canta di questo.”

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