Circolo Matteotti, i centristi convivono con la minoranza Pd

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AGI Un think tank riformista ed europeista, sulla carta. Nella pratica, il Circolo Matteotti che sarà inaugurato a Milano si presenta già come un nuovo laboratorio di centro, dopo i tentativi di Terzo Polo fatti da Matteo Renzi e Carlo Calenda, e Comunità Democratica, l'associazione tenuta a battesimo da Graziano Delrio con la partecipazione di Ernesto Maria Ruffini. Chi quell'appuntamento ha contribuito a organizzarlo, come il parlamentare di Più Europa, Benedetto Della Vedova, assicura che nasce senza alcuna ambizione di rappresentare un nuovo soggetto politico.

Obiettivo dell'iniziativa

"L'obiettivo iniziale era quello di offrire uno spazio per una discussione tutta milanese, incentrata sui temi della città", spiega. La 'matrice' meneghina è confermata, d'altra parte, dall'elenco dei nomi che prendono parte all'iniziativa: Lorenzo Guerini, Lia Quartapelle, Pierfrancesco Maran, Emanuele Fiano, Giorgio Gori, Pietro Bussolati, Simona Malpezzi. Tutti esponenti del Pd provenienti dalla Lombardia ai quali si aggiunge il nome di Pina Picierno, europarlamentare dem e campana doc. A questi si aggiungono i nomi di Della Vedova e di Elena Bonetti, presidente di Azione e di Lisa Noja di Italia Viva. Porterà un saluto anche Ivan Scalfarotto, che di Italia Viva è presidente di Milano e provincia, ma solo a titolo personale e non in rappresentanza del partito.

Partecipazione personale

"L'iniziativa, poi, è uscita dai confini milanesi", aggiunge Della Vedova, "dopo essere uscita da quelli dei partiti". Perché ogni esponente presente all'iniziativa parteciperà "a titolo personale e non in rappresentanza del partito di provenienza", sottolinea ancora il deputato.

Temi europei e delle riforme

Al di là della milanesità, il minimo comune denominatore che tiene insieme le personalità che tengono a battesimo l'associazione è "l'attenzione ai temi europei e delle riforme e la voglia di discutere di una alternativa al governo di destra guidato da Meloni", spiega Della Vedova. Tra le fila del Pd, in ogni caso, c'è chi legge l'iniziativa come un nuovo 'strappo' della minoranza riformista rispetto alla linea della segretaria Elly Schlein e all'interpretazione "troppo consociativa" del ruolo della minoranza interna scelta da Stefano Bonaccini. A questo si aggiunge quella sorta di "appello" ai riformisti dem, e non solo, fatto da Renzi nelle scorse ore: "Le nostre porte sono aperte".

Ipotesi di nuovo soggetto di centro

Mettendo insieme questi elementi, fonti parlamentari del Pd si spingono a ipotizzare un primo passo di un pezzo di mondo riformista verso un nuovo soggetto di centro. Una ipotesi respinta da una esponente dem coinvolta nell'iniziativa: "Anche se taluni cercano di presentarla come una iniziativa di partito, si tratta della nascita di un circolo culturale che fa promozione culturale. Non è un circolo politico e tanto meno un partito".

Manifesto dell'iniziativa

Il manifesto dell'iniziativa, però, sembra più ambizioso: "Ci rivolgiamo alle persone di buona volontà che vogliono un'Italia libera e forte in un'Europa libera e forte", si legge: "Vogliamo rifarci ai circoli di cultura politica per animare un dibattito franco, irriverente, che scarta di lato e che ci aiuti a ritrovare la strada per vivificare la democrazia, rafforzare l'Europa e la sua autonomia, riprendere in mano le riforme necessarie a unire l'Italia. Un dibattito che vogliamo fare partendo da Milano, città dove la cultura riformatrice ha animato alcune delle migliori esperienze di innovazione politica e dove l'incontro tra società, intellettuali, politica ha prodotto rinnovamento e energie. Lo facciamo, sperando di essere seguiti da iniziative analoghe in altre parti di Italia".

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