AGI - “Mi piacerebbe ballare per Leone XIV. Ballerei qualcosa di Mozart, che ha scritto cose di grande levatura spirituale. Cosa gli regalerei? Un paio di scarpette usate”. Così Roberto Bolle ha risposto a una domanda di Victoria Cabello, durante un incontro con gli studenti dell'Università Cattolica di Milano.
Un percorso iniziato con sacrifici
Nel talk con la conduttrice tv, l'étoile – accolto da un grande applauso dell'aula magna – ha raccontato il suo percorso: dagli inizi alla scuola della Scala all'incontro con Rudolf Nureyev. “I primi anni alla scuola della Scala mi hanno fatto capire quanto fosse importante per me essere lì. All'inizio fu un trauma: lasciare la famiglia in Piemonte e trasferirmi a Milano è stato difficile, ho sofferto. Al liceo poi ho vissuto un momento di crisi perché le ore di studio aumentavano. Avevo 14 anni. Sono stati momenti non facili, ma poi li ho superati e ho avuto sempre più soddisfazioni”.
L'incontro con Nureyev
“L'incontro con Nureyev? Non mi aspettavo di conoscerlo – ha raccontato Bolle – è stato un momento molto forte. Ero piccolo per capire lui e il suo mondo, avevo 15 anni quando l'ho incontrato, ma l'impatto di trovarlo in sala ballo e ricevere indicazioni da lui è stato fortissimo. È stato un caso, nulla di programmato, ci siamo trovati in sala ballo dopo una lezione”.
La danza come connessione spirituale
Un dialogo, quello tra Bolle e Cabello, tra il divertente e l'intimo. Come quando il celebre ballerino ha parlato della sua spiritualità: “Il mio rapporto con la spiritualità è legato alla danza, perché ho trovato la spiritualità nella danza sin da bambino. Ho trovato in questa arte il mio modo di rapportarmi profondamente con me stesso e con qualcosa di più grande: la danza è il mio modo di connessione con l'assoluto. Ma tutte le arti sono un modo di dialogare con Dio. Forse per questo durante la pandemia è stato così difficile non riuscire a vivere questi momenti, a cui da sempre sono stato legato, perché l'arte è qualcosa che ci allontana dalla realtà e ci dà qualcosa in più in termini di sensibilità”.
Il ricordo della Rettrice
La mattinata è stata aperta dai saluti della rettrice Elena Beccalli, che ha condiviso un suo ricordo di Bolle: “Quando ero studentessa in questo Ateneo, grazie al mio abbonamento under 30 al Teatro alla Scala, ebbi l'opportunità di assistere a uno spettacolo che ancora oggi porto nel cuore: Il lago dei cigni, in cui si esibiva un giovane Roberto Bolle. Erano i suoi esordi – ha raccontato – ma già allora emergevano con forza la sua straordinaria bravura, l'eleganza del gesto, l'armonia del movimento, la maestosa presenza scenica. Proprio pensando a quell'esperienza, oggi sono davvero felice di offrire alle nostre studentesse e ai nostri studenti l'occasione di ascoltare che cosa si cela dietro, e dentro, quelle performance perfette, frutto di un rigore, di una passione e di una determinazione – oltre che di un talento unico – che hanno reso Roberto Bolle un'étoile ammirato in tutto il mondo”.
La crisi della danza in Italia
“È un momento particolare, difficile e negativo per la danza in Italia”, ha detto Bolle durante l'incontro con gli studenti dell'Università Cattolica di Milano. “Negli ultimi venti anni sono state chiuse molte compagnie di ballo, da Torino a Bologna, Firenze e Verona – ha aggiunto –. Quindi non è facile per i ragazzi rimanere in Italia e diventare ballerini professionisti, ed è un grande problema perché si sono ridotte drasticamente le possibilità, anche se la danza è molto amata e ci sono molte scuole. Ma poi le possibilità professionali sono poche”.
I giovani e il futuro della danza
“Bisogna dare fiducia ai giovani perché sono la parte migliore del Paese. Sono un po' persi in questo momento storico, quindi a maggior ragione è importante dare loro modo di credere in un percorso. Esempi come il mio possono essere di aiuto e di ispirazione”, ha detto Roberto Bolle a margine dell'incontro con gli studenti. “È un incontro importante – ha spiegato – perché i ragazzi sono il futuro del Paese e della danza. Voglio trasmettere loro la bellezza di questa arte, i valori della danza e il mio percorso. Quello che mi piace sentire è quanto loro si possono emozionare con la danza. A volte non ci si avvicina per pregiudizio e invece, se la si lascia entrare nella propria vita, la danza può dare molto: come bellezza e percorso quotidiano per migliorare se stessi e la propria personalità. La danza è una maestra di vita, con la disciplina e l'impegno quotidiano”.
On Dance e l'estate tra luoghi iconici
“Oggi – ha poi aggiunto – lanciamo On Dance”, la festa della danza a Milano promossa da Bolle, “che sarà dal 4 al 7 settembre quest'anno all'Arco della Pace, una manifestazione con cui celebriamo ogni tipo di danza”.
“Mi aspetta un'estate con un altro viaggio – ha infine raccontato parlando coi giornalisti –: due date a Caracalla, poi al Teatro Antico di Taormina e infine all'Arena di Verona. Luoghi meravigliosi e senza tempo dove è un piacere tornare e una meraviglia poter ballare”.