Attesi i cda di Poste e Cdp, possibile lo scambio della quota di Tim

6 giorni fa 11

AGI - Oggi pomeriggio sono attesi i Cda di Poste e Cdp, che potrebbero formalizzare lo scambio della quota del 9,8 di Tim attualmente detenuta dalla cassaforte delle partecipazioni statali al gestore di servizi postali. Poste è a sua volta partecipata da Cdp al 35%. In cambio Cassa Depositi e Prestiti potrebbe avere il 3,8% di Nexi - specializzato in pagamenti elettronici - più un conguaglio economico. Uno scambio che alcuni analisti leggono anche come un tentativo dell'esecutivo italiano di frenare gli appetiti su Tim manifestati nelle ultime settimane da Iliad, del magnate francesce Xavier Niel, e dal fondo di investimento britannico CVC Capital Partners.

 

Dopo aver toccato lunedì scorso la quotazione massima nell'ultimo anno e mezzo, ieri il titolo di Telecom Italia è crollato del 7,59%, a 0,275 euro, alla Borsa di Milano, con gli investitori che vedono allontanarsi le prospettive di un'unione con un partner forte straniero. Poste invece ha chiuso a -0,51%. Nel 2018 Cdp aveva acquistato la sua quota di Tim attorno agli 80 centesimi per azione. "Un eventuale ingresso di Poste Italiane in Tim metterebbe chiaramente in pausa il progetto di fusione-acquisizione" con Iliad o il fondo di investimento britannico CVC Capital Partners, sostengono gli analisti di Banca Akros.

 

Il fondo CVC sarebbe stato interessato ad un possibile acquisto della quota del 23,75% detenuta da Vivendi, il maggiore azionista di Telecom Italia. Giovedì il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, parlando in Senato, ha specificato che al Mef i soggetti "che chiedono di parlare sono accolti" ma quello che il ministero "farà sempre in qualsiasi partita sarà tutelare l'interesse nazionale attraverso gli strumenti consentiti, il golden power appunto". Mentre l'ad di Tim Pietro Labriola, parlando al Capital Market, ha chiarito di non aver avuto interlocuzioni con Iliad e Poste. "No, siamo stati troppo impegnati a chiudere tutti i numeri del piano perchè era un passaggio essenziale per l'azienda", ha detto il manager. Giovedì Bloomberg aveva ipotizzato che Tim avesse già scelto UniCredit come adivsor per farsi aiutare nel valutare le opzioni a disposizione.

 

La Cgil esprime i suoi dubbi sul futuro aziendale: "L'ipotesi dell'ingresso di Poste Italiane nel capitale darebbe sicuramente prospettive migliori, ma occorre sapere quale progetto industriale la sosterrebbe. Non vorremmo fosse solo un intervento per evitare nel breve periodo problemi occupazionali, lasciando irrisolto il rebus sul futuro aziendale". 

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