Arriva VoxeLite, il dispositivo aptico a risoluzione umana

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AGI - In un lavoro pubblicato su Science Advances, ingegneri della Northwestern University hanno sviluppato VoxeLite, il primo dispositivo aptico in grado di raggiungere una "risoluzione umana", cioè una fedeltà tattile paragonabile alla sensibilità della punta delle dita.

Il sistema, leggero come un cerotto, si applica sul polpastrello e replica texture e sensazioni con la stessa chiarezza e rapidità percepite dalla pelle, aprendo la strada a interazioni digitali più realistiche su smartphone, tablet, sistemi di realtà virtuale e interfacce uomo-robot.

VoxeLite è costituito da un foglio sottilissimo di lattice elastico in cui è incorporata una matrice di minuscoli nodi morbidi, ciascuno controllato individualmente. Come "pixel del tatto", i nodi si inclinano e premono sulla pelle grazie a forze elettrostatiche generate dall'elettroadesione, la stessa che fa aderire un palloncino strofinato a una parete.

Come funziona VoxeLite: precisione e velocità

Variando intensità e frequenza dello stimolo elettrico, il dispositivo riproduce superfici ruvide, lisce o direzionali. La sfida principale era raggiungere una densità di nodi compatibile con la risoluzione sensoriale del polpastrello: nel prototipo più avanzato i nodi sono distanziati di circa un millimetro, valore necessario per distinguere dettagli fini senza fonderli in un'unica sensazione. I nodi possono operare fino a 800 volte al secondo, coprendo quasi l'intera gamma percettiva dei recettori cutanei.

Test e risultati: un tatto virtuale realistico

Nei test sperimentali, i partecipanti hanno riconosciuto con l'87% di accuratezza direzioni tattili virtuali come "su", "giù", "destra" e "sinistra", e con oltre l'80% differenti texture materiali, tra cui pelle, velluto a coste e spugna. Applicazioni future: e-commerce, accessibilità e gaming In modalità passiva, VoxeLite è talmente sottile da non interferire con il tatto naturale, permettendo di alternare sensazioni digitali e reali senza rimuovere il dispositivo. Gli autori vedono applicazioni potenziali nell'e-commerce, dove gli utenti potrebbero "sentire" tessuti e materiali prima di acquistare, nella navigazione tattile per persone con disabilità visive e nei videogiochi immersivi. Il team sta ora studiando come il cervello integra segnali reali e virtuali per ottimizzare le future versioni del dispositivo.

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