AGI - Il Dl Coesione è legge e anche la norma che consente di scavalcare i regolamenti comunali per l'installazione delle reti 5G nelle aree bianche. Un comma di poche righe che inserisce una deroga alla legge 36/2001 sull'elettrosmog che dava ai comuni la potestà di regolare i limiti alle esposizioni nelle aree urbane, sul rilascio delle autorizzazioni per i nuovi impianti, cercando di contemperare l'interesse alla salute pubblica con quello alla connessione.
Ma la norma approvata ieri, toglie temporaneamente questo potere agli enti locali, per portare a compimento il "Piano 5G" contenuto nella missione 1 del Pnrr, che stanzia 1 miliardo, 115 milioni e 800 mila euro fino al 2026. La deroga è stata inserita con un emendamento al Senato, per superare le criticità sollevate anche dalla Corte dei Conti nella relazione semestrale sull'attuazione del Pnrr, pubblicata a maggio, dove si evidenzia che "l'Amministrazione ha segnalato difficoltà riconducibili ai rapporti con alcune Amministrazioni comunali, che hanno ritardato o negato il rilascio dei permessi necessari all'operatore aggiudicatario dell'intervento". I dinieghi riguardano circa una domanda su quattro.
Nel frattempo però sono molte le amministrazioni e i consiglieri che hanno mostrato preoccupazione per questa norma che potrebbe dare il via libera all""antenna selvaggia", sfruttando i soldi messi a disposizione dal Piano. "Viene tolta a tutti i comuni la pianificazione, la possibilità di tutelare gli ambienti urbani, il paesaggio, l'ambiente e i luoghi sensibili come le scuole, i parchi, i centri anziani dalle esposizioni elettromagnetiche.
Come gruppo dei Verdi, chiedendo alle regioni di sollevare l'incostituzionalità della norma" dichiara all'AGI, Nando Bonessio consigliere Avs di Roma Capitale che aggiunge "non siamo contro l'innovazione, ma per un'innovazione compatibile con la tutela dei soggetti fragili. E la prossima settimana all'ordine dei lavori dell'Aula Giulio Cesare sarà iscritta la discussione del 'Nuovo regolamento comunale'".
Ma l'allarme non parte solo da Roma, sono molti gli amministratori che in tutta Italia stanno mostrando la propria preoccupazione verso questa norma nata per facilitare la realizzazione del Piano 5G a scapito della salute pubblica, ma anche del paesaggio che in alcuni borghi rappresenta una primaria fonte di reddito.
A protestare in blocco è l'Anci Umbria, che attraverso il sindaco di Montecchio e coordinatore per i piccoli comuni, Federico Gori, aveva espresso le perplessità di un'intera regione sull'emendamento incriminato "I regolamenti restano l'unico strumento nelle mani dei Comuni – afferma Federico Gori, sindaco di Montecchio e coordinatore piccoli Comuni umbri – per pianificare la realizzazione degli impianti. - Ad oggi, sembra che manchino strumenti di protezione per i Comuni, che non possono interloquire sul rischio per la salute pubblica, di cui si ricorda, il sindaco sarebbe il garante sul suo territorio, e sul rispetto delle aree di interesse paesaggistico".