AGI - I titoli di Stato italiani, spagnoli e greci hanno registrato un successo "inarrestabile" che ha ridotto il divario, ossia lo spread, quasi al minimo storico degli ultimi dieci anni. I paesi che, insieme a Portogallo e Irlanda, erano stati definiti "Piigs" durante la crisi del debito dell'Eurozona, sono quindi definiti dal Financial Times "vincitori" inaspettati delle turbolenze del mercato obbligazionario di quest'anno.
Il FT riporta il parere dei gestori dei fondi i quali sostengono che la svolta e' dovuta a una crescita superiore alle attese e a una maggiore condivisione degli oneri del debito da parte dei membri dell'Unione. Ma a contribuire alla riduzione dello spread - ossia la differenza di rendimento tra Titoli di Stato di un paese rispetto a quello dei titoli tedeschi, i Bund- è stato anche l'aumento dei rendimenti dei Bund, dovuto alle aspettative degli investitori riguardo alla storica spesa di 1.000 miliardi di euro in Difesa e infrastrutture del cancelliere Friedrich Merz.
L'Italia, ricorda il Financial Times, paga ora solo 0,9 punti percentuali in più della Germania sui costi di finanziamento per i titoli a 10 anni, vicino allo spread più basso in un decennio e mezzo. Anche la Spagna registra uno spread rispetto ai Bund inferiore a 0,6 punti percentuali. La Grecia, il Paese il cui debito ha innescato la crisi dell'Eurozona, ha registrato un calo dello spread a 0,7 punti percentuali.
Durante la crisi dell'eurozona, i differenziali nei paesi cosiddetti "periferici" aumentarono vertiginosamente a causa dei timori di un debito insostenibile e di una potenziale disgregazione dell'area dell'euro. Secondo quanto riferito dai gestori dei fondi, l'andamento si spiega col fatto che gli investitori hanno fatto incetta di obbligazioni dei paesi dell'Europa meridionale nonostante le preoccupazioni per il debito e in un momento in cui le politiche economiche di Donald Trump hanno portato gli investitori a diffidare dei mercati statunitensi.
Non solo, ma il restringimento degli spread riflette anche un rafforzamento a lungo termine delle finanze pubbliche dei paesi dell'Europa meridionale, grazie alla prosperità delle economie dipendenti dai servizi, aiutate dal boom turistico post-Covid. Lo scorso anno la crescita della Spagna ha superato quella dei suoi partner più grandi dell'Eurozona mentre, sottolinea il Financial Times, "il governo italiano guidato da Giorgia Meloni si è dimostrato più cauto e stabile dal punto di vista fiscale di quanto gli investitori avessero previsto". E la Grecia sta godendo di una ripresa pluriennale dalla crisi del debito che ha portato il suo rating creditizio a un livello investment grade nel 2023.