Sinner è tornato sui suoi passi

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AGi - Umberto Ferrara, andata e ritorno, ovvero licenziato e ripreso da Jannik Sinner "con effetto immediato". È durata undici mesi esatti la separazione tra l'altoatesino, numero 1 del tennis mondiale, e il fisioterapista bolognese che era stato allontanato il 23 agosto dello scorso anno dopo il 'caso Clostebol', ovvero micro-quantità di sostanza vietata dall'antidoping nel corpo del fuoriclasse del tennis costata un'amara sospensione di tre mesi. "La decisione - riporta la nota di questa mattina dello staff del tennista altoatesino che annuncia il ritorno di Ferrara - è stata presa in accordo con il team dirigenziale di Jannik, nell'ambito dei preparativi in corso per i prossimi tornei, tra cui il Cincinnati Open e lo Us Open. Umberto ha svolto un ruolo importante nella crescita di Jannik fino a oggi e il suo ritorno riflette una rinnovata attenzione alla continuità e alle prestazioni ai massimi livelli". Parole che confermano che il rapporto tra il tennista italiano (24 anni il 16 agosto), allenato da Riccardo Vagnozzi e Darren Cahill, ed il professionista emiliano si era solo allentato e assolutamente mai rotto.

La collaborazione tra Sinner, Ferrara ed il fisioterapista Giacomo Naldi, erano state forzatamente interrotte alla vigilia degli US Open dello scorso anno a seguito della bufera legata al caso. Rientrato trionfatore da New York (3-0 all'americano Taylor Fritz), Sinner aveva ripiegato sul preparatore Marco Panichi, romano e grande tifoso della Roma, due volte campione italiano di salto in lungo, già nello staff del campionissimo serbo Novak Djokovic. All'interno del cerchio magico del numero 1 del tennis mondiale, però, l'eccessiva esposizione mediatica che si prendeva autonomamente Panichi non è piaciuta e, alla vigilia di Wimbledon, poi vinto da Jannik nella emozionante finale contro Carlos Alcaraz (3-1), è stato licenziato insieme al fisioterapista Ulises Badio. Di poche ore fa l'annuncio che Panichi a partire dal Masters 1000 di Cincinnati sarà il nuovo preparatore del danese Holger Rune.

Il caso Clostebol

Cosa aveva provocato il licenziamento di Ferrara e Naldi il 23 agosto dello scorso anno da Jannik Sinner? Tutto parte dalla positività del tennista italiano al Clostebol, poi constata una sospensione, concordata con l'Agenzia mondiale antidoping (Wada) dove è emersa l'involontarietà nell'assunzione della sostanza ma non il fatto che "l'atleta è responsabile della negligenza del suo staff", di tre mesi dal 9 febbraio al 4 maggio scorsi. Umberto Ferrara il 12 febbraio del 2024 aveva acquistato presso la farmacia 'SS Trinita'' di Bologna lo spray da banco, 'Trofodermin' contenente il Clostebol, liberamente vendibile in Italia.

Il successivo 3 marzo, quando Sinner alloggiava in una villa con il suo staff ad Indian Wells, Naldi, intento a cercare qualcosa all'interno della sua borsa da lavoro, si feriva al mignolo della mano sinistra con uno scalpello che di norma viene utilizzato per togliere i calli. Due giorni dopo Ferrara raccomandava a Naldi di utilizzare il 'Trofodermin' per le qualità cicatrizzanti e antisettiche del farmaco. Tra Ferrari e Naldi non c'era stata comunicazione in merito al fatto che il farmaco conteneva una sostanza vietata per l'antidoping. Naldi ha sempre ammesso che tra il 5 ed il 13 marzo ha effettuato massaggi senza guanti, sia parziali che sull'interno corpo, a Jannik per quella che poi è stata classificata "una contaminazione transdermica".

Il 15 agosto dello scorso anno, dopo l'indagine intera su quanto accaduto cinque mesi prima, è stato definito il caso per "assenza di colpa o negligenza del giocatore" e l'Itia aveva assolto Jannik. La Wada, però, ha voluto andare a fondo, ha chiesto un'integrazione di documentazione alla Itia con intenzione di arrivare fino al Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) di Losanna. La procedura si è conclusa molto prima con un accordo Wada-Sinner. La stessa Wada ha poi chiarito che la sospensione è stata inflitta perché "l'atleta è responsabile della negligenza del suo staff" precisando "il caso di Sinner era lontano un milione di miglia dal doping, dalla documentazione scientifica che abbiamo ricevuto, emergeva come questo non fosse un caso di doping intenzionale, nemmeno in micro-dosaggi". 

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