Scommesse e azzardi. In Serie A il mercato degli allenatori non è più un valzer

13 ore fa 5

AGI - "Ma davvero prendiamo lui?" "Possibile che non ci sia nessun altro?". Il tam tam delle panchine in Serie A rimbalza sui social tra incredulità, sgomento e, in molti casi, rifiuto netto. In Italia sembra che oggi la parola "allenatore" debba essere per forza accompagnata da "scommessa". È una situazione quasi kafkiana: molte squadre hanno scelto di cambiare, ma i nomi davvero convincenti, almeno per i tifosi, sembrano mancare. Tutto si gioca sull'azzardo, come in un all-in a poker. La sensazione è quella di trovarsi nel mezzo di una transizione: una nuova generazione di coach sta provando a prendersi la scena, portandosi dietro inevitabili dubbi e insicurezze.

Conte al Napoli, Sarri alla Lazio e Allegri al Milan sono le eccezioni. "Secure the bag", come direbbero nei mercati finanziari: garanzie, esperienza. Partenopei e rossoneri hanno puntato sul nome forte, sulla continuità o sul ritrovarsi, sulla volontà di restare dentro al proprio seminato. Per il resto, il panorama sembra una lunga lista di casting aperti, con nomi che oscillano tra il suggestivo e l'improbabile. Proviamo a fare qualche ragionamento:

Inter

Chivu sembra aver vinto definitivamente la corsa a tre con Vieira e Fabregas. L'erede di Simone Inzaghi, volato in Arabia, non sarà quindi un “nome grosso” del mercato, ma un volto nuovo. Uno che deve ancora dimostrare tutto, vincere qualcosa, attraversare i momenti di crisi veri. Ed è curioso, se si pensa che l'Inter è vice-campione d'Europa, con un'età media alta e uno spogliatoio pieno di gerarchie già scritte. Il nuovo allenatore dovrà subito entrare in sintonia con i senatori e gestire le scelte di chi resterà e chi partirà. Qui, il “scommessometro”, se passate il neologismo, schizza alle stelle.

Juventus

Alla fine sarà Tudor? Alla panchina bianconera sono stati accostati tanti nomi, ma nessuno sembra aver davvero convinto la società. Così, giorno dopo giorno, la candidatura del croato si fa sempre più concreta. Conosce l'ambiente, ha un buon feeling con i giocatori. Ma allora, cosa non convince i tifosi? La scottatura Thiago Motta, con il successivo addio anche di Giuntoli, brucia ancora. Così come la prospettiva di riportare Conte, poi sfumata dopo la sua scelta di restare al Maradona. Qui, il livello dello scommessometro è più basso, ma resta la sensazione di un compromesso, di un “accontentarsi” che convince poco.

Atalanta

Juric sembra il prescelto per raccogliere l'eredità di Gasperini. I due si assomigliano, certo, ma la parabola dell'allenatore ex Roma e Southampton ha preso una piega discendente in modo brusco. Ritrovarlo subito in una piazza così prestigiosa, in Champions League, a prendere il posto di una leggenda… chi se lo sarebbe mai aspettato?
Eppure, a dirla tutta, forse convince più di un Thiago Motta, anche lui reduce da un'esperienza tutt'altro che brillante. Qui, però, lo scommessometro torna davvero alle stelle.

Roma

Gasperini, di per sé, non è certo una scommessa. O almeno, non il Gasperini di Bergamo. Ma se si guarda all'esperienza all'Inter, alle difficoltà di mercato e alle scelte sui giocatori che entreranno (o meno) in rosa, allora la prospettiva cambia. La Roma scommette su Gasperini, ma anche Gasperini scommette sulla Roma. Qui, però, i tifosi sono fiduciosi: difficile dar loro torto dopo l'ultima stagione, il valzer di allenatori e la folle rincorsa all'Europa. In questo caso, lo scommessometro resta basso – anche perché parte delle fiches le ha già puntate Ranieri.

Fiorentina

Se arrivasse Pioli, sarebbe una scommessa? Forse sì, ma con un rischio moderato. I dubbi, però, sono gli stessi che circondano anche il nome di Roberto Mancini: un allenatore reduce dall'esperienza in Arabia è cambiato? Ha ancora fame? O si è un po' adagiato? Si parla di professionisti veri, allenatori seri. Pioli, per dire, ha anche allenato Cristiano Ronaldo in questo periodo all'estero. Ma allora, cosa spaventa i tifosi? Forse il fatto che chi è andato a guadagnare tanto altrove debba, al ritorno, riguadagnarsi anche un po' di credibilità agli occhi di chi resta qui, a vivere ogni delusione. Se invece si optasse per Gilardino o Farioli.. allora sì che parleremmo di un'altra vera scommessa. Qui lo scommessometro è in pausa. 

Torino

In casa granata, invece, sembra che non si voglia scommettere affatto. Vanoli va, Baroni arriva. Cambia qualcosa? I due appaiono quasi intercambiabili. Qui, almeno a sentire i tifosi, il problema è un altro: sembra si sia smesso persino di provarci. La scelta dell'allenatore, insomma, è l'ultimo dei problemi di fronte a un “vivacchiare” stabile a metà classifica, con prestazioni giusto sufficienti a timbrare il cartellino. Lontani sia dalle zone nobili che da quelle pericolose. Qui lo scommessometro non si accende nemmeno.

Cagliari

Ranieri, poi Nicola… e ora Pisacane, salvo sorprese dell'ultimo minuto. Giulini scommette tutto sull'allenatore cresciuto in casa, che nelle giovanili rossoblù ha fatto benissimo, conquistando anche la Coppa Italia Primavera. Per l'ex difensore è l'occasione della vita, ma anche un salto nel vuoto: poca gavetta alle spalle e tanta pressione. La curva lo adora e lo sosterrà, ma dovrà partire forte, fortissimo. Qui lo scommessometro rischia davvero di esplodere.

E il resto?

Il Verona vorrebbe continuare a scommettere su Zanetti, mentre il Lecce sembra deciso a non farlo più con Giampaolo. Il Pisa cerca un sostituto per Pippo Inzaghi, mentre a Sassuolo sono convinti che un altro campione del mondo, Fabio Grosso, abbia ormai raggiunto la giusta maturità per allenare con continuità in Serie A. E poi c'è la Cremonese, forse il Genoa.

E poi ci sono i nomi ancora in ballo come Gilardino, Palladino, De Rossi. Dall'estero, Gattuso e De Zerbi su tutti. E persino Davide Ancelotti, figlio di Carletto, che ha detto no al Brasile per cercare una nuova chance altrove. Tutto questo senza dimenticare chi la sua scommessa l'ha appena vinta: l'Udinese con Runjaic e, soprattutto, il Bologna con Vincenzo Italiano.

 

 

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