AGI - Mats Wilander, sbarcato a Roma per il premio 'Racchetta d'oro', l'ha definita "la cosa più bella del tennis negli ultimi anni". Il pubblico si è commosso, così come i giornalisti della tribuna stampa, che hanno accolto Jasmine Paolini con un grande applauso quando si è seduta per l'intervista di fine torneo.
Paolini continua a dispensare emozioni: "Sono felice, quella di oggi probabilmente è stata la partita più bella della mia vita, sto scrivendo la mia storia adesso".
Numero 4 del mondo da lunedì
La piccola grandissima Jas, che da lunedì torna numero 4 del mondo, racconta che stamattina, prima del match, sentiva addosso un po' di tensione: "Ma era giusto così, anzi ne sono stata contenta, mi è servita a entrare in campo con l'attenzione giusta - ha spiegato - per vincere con Gauff dovevo alzare il livello e ci sono riuscita, mi muovevo bene, sentivo la palla, il braccio andava veloce. Ho gestito benissimo il match".
"Divertirmi è molto importante. Ho fatto della mia passione il mio lavoro"
Se c'è un segreto dietro il successo di questa piccola grande donna, sta nella sua filosofia tennistica: "Ogni volta che scendo in campo cerco di farlo con gioia e serenità, cercare di divertirmi è molto importante e questo non significa prendere alla leggera il tennis - ha chiarito - ho fatto della mia passione il mio lavoro, in campo metto tutto quello che a volte va bene, a volte no, ma cerco sempre di trovare soluzioni".
L'aiuto della famiglia e del pubblico
Se Jas è "la cosa più bella del tennis" come sostiene Wilander, il merito è anche dei suoi genitori, Ugo e Jacqueline, versione toscana di mamma e papà Sinner: "Ai miei genitori devo tanto, mi hanno sempre lasciata libera nelle mie scelte, ma sono sempre stati accanto a me. Sono contenta di come è la nostra famiglia, un grande grazie anche a loro".
Ma è stato fondamentale anche "l'aiuto del pubblico": "Gli spettatori mi hanno aiutato tanto e sono felice di averli emozionati, di essere riuscita ad arrivare nel cuore della gente".
"Non sono favorita al Roland Garros"
Jasmine Paolini a 29 anni ha vinto gli Internazionali d'Italia, 40 anni dopo Raffaella Reggi, ha scritto la storia, ma resta con i piedi ben piantati a terra rispetto a Parigi, dove lo scorso anno approdà in finale, sconfitta da Iga Swiatek.
"Non credo di essere la favorita al Roland Garros - chiarisce durante l'intervista di fine torneo - nel 2024 è andato bene ma questo è un altro anno, giocherò partita su partita".
Con la vittoria di oggi eguaglia il suo best ranking, il numero 4 e lo fa sotto la guida del suo neo-coach, lo spagnolo Marc Lopez: "Non mi aspettavo di riuscire a tornare così in alto - spiega - e neanche che due anni fa sarei riuscita ad arrivare dove altre colleghe erano approdate prima di me. Io sto scrivendo la mia storia adesso, mi piace e spero di restare a questo livello per molto tempo ancora".
I festeggiamenti sono rimandati a domani sera, magari per celebrare anche il doppio che giocherà domani con Sara Errani: "Stasera sarò impegnata tra interviste e fisioterapia, se ne riparlerà domani" conclude.