Manus, l’agente AI che lavora in autonomia: perché Meta lo ha acquistato

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AGI - Manus è un agente di intelligenza artificiale "general purpose": non si limita a rispondere a domande come un chatbot, ma prova a comportarsi da "dipendente digitale" capace di portare a termine compiti in autonomia, con pochi input iniziali. In pratica pianifica i passaggi, usa strumenti software, esegue workflow e restituisce un risultato finale (report, codice, automazioni, sintesi operative). È questa la promessa che l'ha resa uno dei nomi più discussi nel 2025, fino al colpo di scena di fine anno quando Meta ha annunciato l'acquisizione di Manus per integrarne le capacità nei propri prodotti, incluso Meta AI, mantenendo anche il servizio come offerta separata.

In un mercato in cui "agente" è spesso una parola abusata, Reuters sintetizza bene la differenza: un AI agent può operare come un impiegato digitale, eseguendo task in modo indipendente e con prompt minimi.

Le capacità operative di Manus

Manus si posiziona proprio qui: ricerca e analisiautomazione di procedure, raccolta e organizzazione di informazioni, fino a task più tecnici (come supporto al coding e costruzione di piccoli progetti). Secondo il Financial Times, le sue capacità "da assistente avanzato" includono anche codingmarket research e data analysis.

Strategia pubblica e numeri di iperscalabilità

Una parte della narrazione pubblica di Manus è passata anche da dimostrazioni "in chiaro": la società ha promosso l'agente completando decine di task per utenti su X gratuitamente.

Nel post con cui annuncia l'ingresso in Meta, l'azienda rivendica numeri da iperscalabilità: oltre 147 trilioni di token processati e più di 80 milioni di "virtual computers" creati/pilotati dal sistema per eseguire attività.

Origini, fondatore e contesto geopolitico

Manus è sviluppato dalla società legata al gruppo Butterfly Effect, parte di Beijing Butterfly Effect Technology e oggi basata a Singapore con un profilo sempre più internazionale anche per ragioni geopolitiche e operative.

Il progetto è esploso all'inizio di marzo 2025 quando Manus AI ha lanciato il suo agente, diventando virale sui social cinesi. Diverse ricostruzioni convergono sul ruolo centrale del fondatore Xiao Hong.

La corsa agli agenti e le partnership strategiche

Quanto al contesto tecnico-industriale, Manus è arrivata nel pieno della corsa agli agenti: a marzo 2025 Reuters riportava anche una partnership con il team Qwen di Alibaba, pensata per integrare funzioni dell'agente su modelli e piattaforme domestiche cinesi.

L'interesse attorno a Manus nasce da una combinazione di fattori: la promessa dell'autonomia (meno "chat", più "esecuzione"), l'effetto "virale" dei primi test pubblici, e un contesto in cui i big stanno facendo shopping aggressivo di tecnologie e team per non restare indietro nella corsa agli agenti.

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