Lo sfogo di Raoul Bova: "Massacrato per questa parola"

2 settimane fa 12

AGI - "Quello che ha pagato sono stato io, ho pagato con l'uccisione pubblica, con una persona che mi ha sbeffeggiato, umiliato, è diventato tutto virale. Tutti sapevano di questa parola famosa, 'occhi spaccanti', parola che è andata più in voga di qualsiasi altra cosa, più della guerra, più dei massacri. Questa è stata l'Italia che mi ha massacrato. Io sono stato lasciato solo."

E' quasi uno sfogo quello di Raoul Bova, intervenuto durante il panel di Atreju su odio social, web reputation e deep fake, ripercorrendo la vicenda che lo ha visto protagonista questa estate, dopo la diffusione di alcuni suoi audio privati.

L'umiliazione pubblica e la solitudine

L'attore ha ripercorso la dolorosa vicenda che lo ha coinvolto, sottolineando come la diffusione non autorizzata di audio privati abbia portato a una vera e propria umiliazione pubblica. L'episodio, diventato rapidamente virale, è stato percepito da Bova come un vero e proprio "massacro" mediatico. L'attore ha espresso il suo senso di solitudine di fronte alla gogna mediatica, sentendosi abbandonato dall'Italia.

Il fenomeno degli "occhi spaccanti"

Un elemento centrale della vicenda è stata l'espressione "occhi spaccanti", che, secondo Bova, ha raggiunto una notorietà sproporzionata, superando l'attenzione riservata a temi ben più gravi come la guerra o i massacri. Questo dettaglio evidenzia la dinamica perversa dell'odio social e della viralità, dove un dettaglio insignificante può dominare il dibattito pubblico e danneggiare la web reputation di una persona.

 

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