L'ammissione di Gianluca Rocchi, "abbiamo dato i rigorini. Ora fischiamo solo quelli giusti"

21 ore fa 6

AGI - "Rigorini? Ne sono stati dati, ma ora fischiamo solo quelli giusti. Var a chiamata? Aperti a novità, ma meglio interventi mirati da Lissone". Così Gianluca Rocchi, designatore degli arbitri della Serie A, in un'intervista concessa alla redazione Sport del Gr Rai, in onda questa sera su Radio1, all'interno di "Zona Cesarini".

 

Rocchi ha tracciato un bilancio del 2024 e del suo lavoro negli ultimi anni, toccando gli argomenti recentemente oggetto di polemiche. Ha iniziato esprimendo gratitudine per il supporto ricevuto dai dirigenti che si sono succeduti nel corso del suo mandato, sottolineando l'importanza del rapporto con il nuovo presidente dell'Aia, Carlo Zappi: "Ringrazio il presidente Zappi, che ha rinnovato immediatamente la fiducia nel mio lavoro. Questo dimostra che il percorso intrapreso è apprezzato. Ho avuto la possibilità di lavorare sempre in autonomia, una condizione indispensabile per svolgere il mio ruolo".

 

Il designatore ha descritto il 2024 come "un anno molto complicato. Questo lavoro, che coinvolge 152 persone, non lascia spazio per rifiatare; è un lavoro sicuramente complesso e impegnativo, quello del designatore, quasi mai elogiato e spesso criticato. Anche i piccoli momenti di soddisfazione spesso sfuggono, ma un ruolo di così grande responsabilità non permette distrazioni". 

 

Tra i tanti i motivi di discussione, Rocchi si è soffermato sui cosiddetti "rigorini". "E' chiaro che sono quei rigori che noi stiamo cercando di combattere: abbiamo avuto una giornata in effetti brutta - ha ammesso Rocchi -, la settima, dove ne abbiamo dati 9 e qualcuno veramente inappropriato; però, specialmente nelle ultime giornate, siamo tornati a dare quelli giusti. L'importante è dare un rigore quando c'è qualcosa di importante, perché può decidere il risultato". "Io dico sempre ai miei arbitri che quando la pancia vi dice rigore, nel 98% di casi è rigore. Per esempio, in Cagliari-Atalanta non ne è stato dato uno, perché l'arbitro si è fatto portare, non dalla pancia, ma da un ragionamento sul rimpallo: se avesse seguito la pancia, avrebbe concesso il rigore".

 

Quanto alla Var, "deve essere usata solo per episodi chiari e seri. Non dobbiamo fare moviola. Sulla Var a chiamata non possiamo rispondere noi, che siamo sempre ben aperti per eventuali modifiche e novità. E' chiaro che la chiamata deresponsabilizza molto, mettendo la responsabilità della chiamata in capo al club o all'allenatore di turno. Credo che invece noi dobbiamo lavorare cercando di costruire ragazzi di fronte al monitor, che siano capaci di decidere, di scegliere quando intervenire o meno, cioè quando un episodio è chiaramente errato o no. Stiamo facendo un buon lavoro generale. Abbiamo avviato collaborazioni con l'Associazione allenatori e l'Associazione calciatori per far comprendere meglio le dinamiche del gioco ai nostri arbitri. Un arbitro deve essere un grande conoscitore del calcio, non solo delle regole". 

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