AGI - Con le università statunitensi alle prese con sempre maggiori difficoltà in termini d'indipendenza e finanziamenti, i paesi del Nord Europa cercano di invogliare i giovani ricercatori a lasciare gli Stati Uniti.
"Ai ricercatori negli Stati Uniti diciamo: siete i benvenuti", ha dichiarato il ministro dell'Istruzione svedese, Johan Pehrson, rivolgendosi al mondo accademico a stelle e strisce colpito dall'ondata di misure adottate dal presidente Trump.
E ha argomentato in una dichiarazione scritta: "Possiamo offrire fiducia e investimenti a lungo termine. Abbiamo libertà accademica. Se cercate un posto dove lavorare e contribuire a risolvere le sfide globali, diamo valore alle vostre conoscenze. Il nostro obiettivo - ha aggiunto - è rendere più facile per i talenti arrivare in Svezia".
Invito ai ricercatori
A fine aprile, l'American Association of Colleges and Universities ha pubblicato una nota in cui condanna "un'ingerenza governativa e politica senza precedenti che sta mettendo a repentaglio l'istruzione superiore americana", che al 28 aprile aveva raccolto oltre 500 firme da intellettuali e accademici. "È un attacco enorme e molto probabilmente non farà che crescere", ha dichiarato Lars Strannegard, presidente della Stockholm School of Economics. E ha proseguito: "È una battaglia vera e propria, e probabilmente il tipo di battaglia reale che riguarda lo sviluppo degli Stati Uniti come Paese. Un campo di battaglia che si svolgerà nelle università".
Preoccupazioni degli esperti
Gli esperti hanno espresso preoccupazione per il fatto che negli USA i tagli di Trump alla ricerca minaccino la posizione degli Stati Uniti come leader scientifico mondiale e che una perdita di ricerca e dati potrebbe portare a una mancanza di informazioni basate sui fatti e a una crescente disinformazione. Un'analisi dei dati sulle candidature pubblicata ad aprile dalla rivista scientifica Nature ha rilevato che il numero di scienziati statunitensi che ha presentato domanda di lavoro all'estero tra gennaio e marzo è aumentato del 32% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Competizione europea per i ricercatori
I paesi di tutta Europa sono ora in competizione per reclutare accademici che desiderano lasciare gli States. La prossima settimana il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen parteciperanno a una conferenza a Parigi volta a convincere i ricercatori stranieri, soprattutto americani, a "scegliere l'Europa".
Iniziative dei paesi nordici
I paesi nordici hanno già iniziato ad adottare misure in tal senso. Il Consiglio per la ricerca norvegese ha annunciato la scorsa settimana un programma da 100 milioni di corone (circa 10 milioni di dollari) per attrarre i migliori ricercatori internazionali. "La libertà accademica è sotto pressione negli Stati Uniti, ed è una situazione imprevedibile per molti ricercatori in quella che è stata la nazione leader nella ricerca al mondo per molti decenni", ha dichiarato il ministro dell'istruzione superiore norvegese Sigrun Aasland. Analogamente, a metà aprile il Consiglio Svedese per la Ricerca ha annunciato un finanziamento per aiutare le università a reclutare ricercatori internazionali, erogando due milioni di corone (207.000 dollari) per coprire i costi di reclutamento e gli stipendi. La scorsa settimana la Camera di Commercio Danese, insieme a un sindacato, la Società Danese degli Ingegneri, ha invitato i politici di Copenaghen a sensibilizzare i ricercatori statunitensi sulla Danimarca.