AGI - Occorre fare una legge nel rispetto dei principi dettati dalla Corte costituzionale: la premier Giorgia Meloni ha convocato questa mattina un tavolo a Palazzo Chigi sul tema del fine vita e ha chiesto di accelerare. Nei giorni scorsi, durante la riunione dell'esecutivo di FdI, era stato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a chiedere un approfondimento sulla materia per evitare ulteriori rinvii.
Verso il Senato: tempi e tensioni
Da calendario il dossier approderà nell'Aula del Senato il 17 luglio, ma già martedì prossimo il Comitato ristretto della Commissione potrebbe discutere su una bozza di un testo della maggioranza. I tecnici stanno affinando il testo, ha spiegato il vicepremier e leader di FI Antonio Tajani, d'accordo sulla necessità di seguire le indicazioni fornite dalla Corte costituzionale.
Ma è stata proprio la Corte costituzionale a non escludere nei casi di fine vita un ruolo anche del Servizio sanitario nazionale, oltre che del legislatore. E su questo punto c'è ancora distanza nella coalizione, con FdI che ha messo ‘paletti' chiari spingendo per evitare qualsiasi coinvolgimento del SSN che deve – questo il ‘refrain' – occuparsi solo delle cure palliative.
Comitato etico e ruoli politici
La proposta di affidare ad un giudice l'ultima parola sembra, invece, tramontata. Si costituirà un comitato etico nazionale i cui membri saranno scelti attraverso un DPCM. Oltre al presidente del Consiglio, ai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, al leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, erano presenti alla riunione il sottosegretario Alfredo Mantovano, i ministri della Giustizia Carlo Nordio, della Famiglia Eugenia Roccella, il presidente della Commissione Affari Sociali, Franco Zaffini.
Posizioni diverse nella maggioranza
La premier Meloni, secondo quanto si apprende, ha aperto la riunione ribadendo un concetto già espresso nei giorni scorsi: “Ribadisco che non bacchetto nessuno. Sono fiera del lavoro dei vicepremier Salvini e Tajani”. Sul tema del fine vita è intervenuta per sottolineare la necessità di procedere con compattezza. “Una legge va fatta rispettando i dettami della Corte e ricordando bene che non esiste il suicidio assistito perché noi siamo per le cure palliative”, ha detto Tajani.
Attendista la Lega che al vertice, viene riferito, ha mantenuto la linea della prudenza. Il fine vita? “Con calma...”, ha affermato Salvini al termine della riunione.
Opposizioni sul piede di guerra
E intanto le opposizioni sono sulle barricate. “La decisione, che sembra il governo voglia assumere, di affidare attraverso un disegno di legge blindato del governo il destino di ciascuno e di tutti sul fine vita a un comitato etico nazionale istituito per DPCM è gravissima”, tagliano corto dal PD.
“Siamo – la tesi – di fronte a una scelta intollerabile, siamo di fronte all'irrisione del Parlamento”. “Faremo una battaglia parlamentare perché non possiamo subire nuovamente l'umiliazione del potere esecutivo”, ha detto nell'Aula di Palazzo Madama il capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli.