AGI - Una delle proprietà più longeve del calcio italiano sembra arrivare alle battute finale dopo un percorso di ben 39 anni, fatto di continuità, scoperta talenti e allenatori, innovazioni nelle strutture, stadio in primis e attenzione a tematiche come d'impatto sociale come l'ambiente. Un modello, più che una sola società di calcio. La famiglia Pozzo, da indiscrezioni che trapelano da più fonti, sembra sia vicina a cedere l'Udinese ad una società americana per oltre 150 milioni di euro. Lo ha annunciato la redazione TGR Rai del Friuli Venezia Giulia, secondo cui ci sarebbe già stato un accordo preliminare tra le parti, da perfezionare nelle prossime settimane. Non arriva nessun commento da parte del club.
La storia ha avuto inizio il 28 luglio 1986 con l'acquisto del club bianconero da parte di Gianpaolo Pozzo da Lamberto Mazza. Una scommessa, per l'imprenditore friulano, proprietario, con la famiglia, dell'azienda Freud (Frese Udinesi), produttrice di utensili industriali per la lavorazione del legno. Anni difficili, quelli iniziali alla guida del club, coinvolto, ancora prima della cessione, in uno scandalo scommesse.
La prima retrocessione e la rinascita
La prima stagione non regala gioie, con la retrocessione in B, con i 9 punti di penalizzazione per la vicenda scommesse, fondamentali nell'esito finale del campionato. Un anno di purgatorio in B per poi tornare nella massima serie con Nedo Sonetti in panchina. Anni di sali-scendi fra le due categorie con l'ultimo campionato cadetto che risulta essere nella stagione 1994/95. Da qui tornei all'insegna del protagonismo nel panorama nazionale, con ben 8 qualificazioni alla Coppa Uefa e piazzamenti straordinari per un club di provincia. La sua Udinese arriva terza con Zaccheroni nel 1997/1998, quarta con Spalletti e storica partecipazione alla Champions League nel 2004/2005.
Gli anni d'oro con Guidolin
Ultimi anni “ruggenti”, quelli targati Guidolin, con un quarto e terzo posto rispettivamente nelle stagioni 2010/2011 e 2011/2012. Da Udine passano giovani campioni, scovati da una rete di osservatori disseminata in tutto il continente. Tanti i nomi che si possono fare, da Amoroso a Bierhoff, passando per Fiore e Giannichedda, a Sanchez, Meret, Di Natale, Handanovic, Inler. Calciatori che hanno fatto, negli anni successivi al passaggio in terra friulana, le fortune proprie e dei rispettivi club, mettendo in bacheca trofei internazionali. E allenatori, capaci di esaltare il credo calcistico dei Pozzo.
Oltre il campo: innovazioni e stadio
Una storia, quella dei Pozzo, che non si è fermata solo al rettangolo verde, ma che si è presentata anche con battaglie e conquiste innovative. Dall'impegno per provare a rendere il calcio più “sicuro”, con l'introduzione della moviola in campo con le prime telecamere comparse allo stadio Friuli per dare dei parametri oggettivi sul fuorigioco e sui “Gol non gol”, prototipi embrionali dell'attuale VAR.
La holding calcistica
La volontà di creare una holding calcistica con l'acquisizione della squadra spagnola Granada prima, ceduta dopo sei stagioni, e degli inglesi del Watford poi. Un tentativo di ripercorrere, con alterne fortune, lo straordinario percorso friulano.
Il progetto stadio
E poi la chicca dello stadio, un progetto che ha visto la luce, nella sua versione rinnovata, nel gennaio 2016 dopo 3 anni di lavori, senza che la squadra abbia mai smesso di giocare le partite casalinghe a Udine. Un percorso fortemente voluto, con il diritto di superficie per 99 anni, alla società friulana da parte del Comune, che ha fatto divenire l'impianto dei Rizzi il secondo stadio di proprietà di un club italiano, dopo il percorso della Juventus.
Un impianto all'avanguardia
Un progetto pensato nei minimi particolari, che rendono l'attuale stadio Friuli, rinominato Dacia Arena e Bluenergy Stadium per questioni commerciali, uno degli impianti più moderni del nostro Paese, inserito, unico italiano, tra i candidati al premio “Stadium of the Year 2016”, classificandosi al settimo posto sui 29 partecipanti.
Un futuro incerto
Un riconoscimento importante, non l'ultimo, considerando che dal 2023 è diventato il primo stadio green d'Europa, il quarto a livello mondiale, ed è stato scelto dall'Uefa quale sede della finale della Supercoppa Europea in programma il prossimo 13 agosto. Una vetrina straordinaria per l'Udinese e per l'intera Regione Friuli Venezia Giulia, terra conosciuta anche per i successi sportivi della gestione dell'Udinese targata Pozzo.
Conclusione: attesa per l'annuncio
Nelle prossime settimane si saprà se la cessione della società andrà a compimento, se la sera del 13 agosto Gianpaolo Pozzo siederà sulle tribune dell'impianto che ha reso un gioiello da patron dell'Udinese o da uomo della storia più luminosa dei primi bianconeri d'Italia.