Decadenza Todde, è polemica dopo un nuovo ricorso alla Consulta

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AGI - All'indomani dell'approvazione con 28 voti a favore2 contrari e 13 astenuti da parte del Consiglio regionale della Sardegna del disegno di legge 83, il cosiddetto Salva Casa, il centrodestra parte di nuovo all'attacco della maggioranza.

Scontro politico in Consiglio regionale

Al termine della seduta di ieri sera sono scattate nuove scintille tra la minoranza e il Campo Largo del centrosinistra. La maggioranza ha presentato e approvato, senza alcuna illustrazione né discussione preventiva, una mozione, di cui è primo firmatario il capogruppo del PdRoberto Deriu, che prevede un nuovo secondo ricorso alla Corte Costituzionale, contro la decadenza della presidente della Regione, Alessandra Todde.

 

 

I ricorsi alla Corte Costituzionale

Il primo ricorso, infatti, era già stato proposto dall'avvocatura della Regione, sempre su mandato della Giunta, contro la stessa ordinanza-ingiunzione di decadenza, emessa dal Collegio regionale di garanzia elettorale della Corte d'appello di Cagliari. In questo primo caso, la Consulta ha programmato l'udienza per il prossimo 9 luglio.

 

 

Le critiche dell'opposizione

In merito al secondo ricorso, il capogruppo di Fratelli d'ItaliaPaolo Truzzu, ha evidenziato che si è trattato di "un blitz disdicevole" e ha sottolineato che "i ricorsi alla Corte Costituzionale sono una cosa seria e non è accettabile che l'immagine e la credibilità della Sardegna e del Consiglio regionale - ha detto Truzzu - possano essere compromessi, peraltro a spese dei sardi, per i capricci di una presidente che non si rassegna ad accettare le decisioni degli organi giudiziari".

Le dichiarazioni dei Riformatori sardi

Si è trattato di un blitz anche per il capogruppo dei Riformatori sardiUmberto Ticca, che ha osservato come questo nuovo atto sia "un ricorso senza fondamento giuridico, che serve solo a guadagnare tempo e a tenere in piedi, per via giudiziaria, una Giunta politicamente al capolinea. Non è difesa dell'autonomia, ma è difesa delle poltrone. Ancora più grave - ha rimarcato Ticca - è che i costi legali di questa battaglia tutta politica ricadano sulle casse pubbliche".

 

 

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