AGI - "Ho voluto fare questo album per mostrarmi in una maniera diversa e anche per parlare di cose che fino ad ora non avevo affrontato: la paura, paura del giudizio, paura di espormi con delle cose che riguardassero maggiormente la mia persona".
Damiano David presenta alla stampa ai Forum Studios di Roma il suo primo album solista, 'Funny Little Fears', in uscita venerdì 16 maggio. Il leader dei Maneskin parla per la prima volta del suo esordio da solista con un album e un tour internazionale, il World Tour 2025 che lo vedrà impegnato in oltre 30 date tra Europa, Australia, Nord America, Sud America e Asia (primo appuntamento italiano il 7 ottobre all'Unipol Forum di Milano, per poi proseguire con due date al Palazzo dello Sport di Roma, l'11 ottobre e il 12 ottobre).
Un'autoanalisi in musica
'Funny Little Fears' nasce durante una crisi ed è una sorta di autoanalisi in musica che presenta un nuovo Damiano David, un artista che abbandona le forti sonorità dei Maneskin e regala 14 brani che virano verso il pop con escursioni addirittura negli anni '50, frutto forse anche delle frequentazioni musicali del cantautore che vive da un po' di tempo a Los Angeles.
"Ho sempre sentito il forte senso di protezione che la musica mi dava e ho voluto un po' distruggerlo perché sono cresciuto, sono maturato, sono un po' più sicuro di me stesso – commenta David – e questo album è stato proprio un percorso per conoscere me stesso meglio".
Affrontare le paure con la musica
"Le paure sono state un grosso blocco nella mia vita e anche qualcosa di cui mi sono vergognato per lungo tempo – continua – ed era una cosa che mi portava a isolarmi, a non parlare, a chiudermi un po' in me stesso e questo album mi ha dato l'opportunità di rendere queste paure una cosa bella, di creare musica e mi permetterà poi, una volta uscito, di connettermi con le persone. Adesso a volte mi viene da ridere di me stesso, quasi di prendermi in giro per le paure che avevo, non in una maniera denigratoria, ma appunto proprio per riderci sopra e prenderle un po' più leggero", aggiunge.
Una crisi personale all'origine dell'album
Un album che Damiano David reputa "necessario" nella sua vita, e "in questo caso la necessità di farlo è nata proprio dal sentimento forte di sentirmi sbagliato in qualche modo e non sapermi poi leggere e quindi correggere. Per me la musica ha proprio questa funzione – prosegue – di buttare dei pensieri su un foglio senza avere veramente coscienza di quello che sto dicendo e poi una volta che li leggo è come se fossi una terza persona che si rende conto di qual è il problema".
La crisi che ha portato David a scrivere l'album (in realtà sono solo 14 canzoni malgrado abbia scritto circa 70 testi in poco più di due mesi) è nata "dalla fine di una relazione che non è quella che tutti sanno, è una cosa segreta, che però ha proprio rotto un meccanismo dentro di me, ha rotto completamente la fiducia che io avevo in me stesso e nel leggere quello che mi succedeva intorno e mi sono sentito proprio perso, depotenziato e non sapevo chi ero. È come se questa persona mi avesse portato via la mia identità".
Rinascere grazie a una nuova relazione
"Non ero solo, perché fortunatamente ho una struttura intera che mi ha permesso di non essere mai solo – spiega – però mi sono sentito ugualmente tanto tanto solo. E quindi ho dovuto proprio riconnettermi con me stesso finché non è arrivata una nuova relazione che ha un peso così forte nella mia vita con una donna che è stata ed è tuttora per me la persona che più mi aiuta".
L'omaggio a Tim Burton con Zombie Lady
'Funny Little Fears' esce venerdì 16 maggio. La prima canzone a essere diffusa in radio sarà 'Zombie Lady', brano pop con echi rock ispirato al film di Tim Burton 'La sposa cadavere'. Una scelta che Damiano spiega così: "È uno dei miei film preferiti da sempre, l'ho sempre trovato estremamente romantico e magico in qualche modo, mi ha sempre emozionato tantissimo e quindi le cose che mi emozionano tendo a rubarle un pezzettino e cercare di usarlo".
Non è un addio ai Maneskin
Il primo album solista è indubbiamente un passo che allontana David dai Maneskin, di cui è il front-man e leader, ma che l'artista considera solo un momento necessario che certo non mette fine all'esperienza della band nata a X Factor e diventata un fenomeno mondiale dopo la vittoria dell'Eurovision.
Ai giornalisti Damiano parla delle sue paure che ha voluto esorcizzare e superare con questo suo primo album da solista, quella che definisce "un'esplorazione di me stesso" che spiega così: "Io avevo un senso di sconforto e di tristezza generale". Poi aggiunge: "Se analizzo la mia vita negli ultimi cinque anni ci sono veramente pochi momenti negativi e quindi era difficile per me capire da dove venisse questo senso di insoddisfazione. Mi sentivo un po' perso e questo album è stato un modo per capirne il motivo e il motivo erano queste paure affrontate facendo qualcosa che mi piace".
Due percorsi musicali distinti
La decisione di fare l'album da solo nasce dal fatto, spiega, che "voglio giocare con la musica, divertirmi, fare più cose possibili". Però questo non è in programma abbandonare i Maneskin. È significativo il fatto che Damiano usa sempre l'avverbio "quando" e mai la proposizione "se" parlando della band.
"Il mio sound ovviamente è maturato ed è cambiato grazie alle esperienze individuali, mentre il suono della band è quello e appartiene alla band. Quando torneremo, ci sarà di nuovo il suono della band". In quanto al suo disco, aggiunge, le sonorità sono diverse da quelle dei Maneskin per due motivi: "Il primo – dice – è ovviamente che arriva da me soltanto e ci sono solo le mie influenze musicali e quindi suona diverso ovviamente. Poi perché... insomma, non rubo a casa mia", sorride.
Trovare fiducia in se stessi
"Il momento più difficile per me – racconta poi il cantautore – è stato quando avevo tipo 7-8 canzoni, quindi il processo era iniziato e ormai c'ero dentro con tutte le scarpe. E lì c'è stata una parte di me che si chiedeva: 'ma io sono capace senza la band, sono capace senza quella struttura, senza la fiducia che ho in queste persone, anche il sostegno che loro mi danno e il fatto di essere con loro?'.
Poi ho capito che in realtà le due cose vivono di vita completamente separata, non sono cose che io confronto sia a livello qualitativo sia a livello di sentimento – aggiunge – non sono cose che metto a confronto, sono due parti ugualmente reali". Con questo album, continua, "sto mostrando quella che io ritengo la parte più vera di me in questo momento, però io comunque sono un ragazzo di 26 anni, sono cambiato negli ultimi anni e mi auguro di continuare a cambiare nei prossimi".
Un successo parallelo, non in competizione
Tornando ai Maneskin, aggiunge: "Penso che il nostro essere in quattro ci abbia dato molta forza e penso che questo sia stato un processo che mi abbia aiutato anche a trovare il mio potenziale completo, e questo servirà quindi anche quando si ritornerà alla band".
L'ipotesi di un successo planetario col suo 'Funny Little Fears' non significa la fine del Maneskin né metterà in ombra la band. "Non mi pongo il problema perché ho fortissima fiducia rispetto a quello che abbiamo fatto con la band e sto costruendo fiducia verso quello che sto facendo da solo – spiega – non penso che quello che abbiamo fatto col gruppo possa essere oscurato né da me né da nessun altro, penso che sia qualcosa – sia in cuor mio, sia in cuor nostro, sia a livello proprio di dati – di unico, raro, bellissimo, un allineamento di pianeti stupendo. Qualsiasi cosa succeda, anche se con i Maneskin non pubblicheremo più una canzone di successo – conclude – ci sarà per sempre comunque quello che abbiamo creato, il rapporto che c'è tra noi e quello che abbiamo condiviso".