Cronenberg: "Ho scritto 'The Shrouds' per elaborare il lutto di mia moglie"

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AGI - "Non mi sono mai considerato un visionario. Sono un osservatore che osserva la condizione umana. Se alcune cose create sembrano visionarie, è solo un caso", dice David Cronenberg, collegato in video al termine dell'anteprima stampa romana di 'The Shrouds - Segreti sepolti', distribuito in oltre 100 copie dal 3 aprile al cinema in Italia, primo Paese al mondo, da Europictures con Adler Entertainment.

Il film è un thriller-horror con protagonisti Diane Kruger e Vincent Cassel, e, nella parte finale, anche una intricata spy story. Il protagonista Karsh (Cassel) è innamorato di sua moglie Becca (Kruger), così quando la donna muore colloca nella sua bara, dove ha promesso di raggiungerla, una telecamera attivabile con una semplice app del suo smartphone.

Il tema della morte si intreccia con la fantascienza e la spy story, con attenzione anche alla religione (la moglie defunta è ebrea e quindi contraria alla cremazione per evitare che l'anima si distacchi in maniera troppo traumatica dal corpo). Cronenberg spiega di essere ateo: "E anche il personaggio di Cassel lo afferma a un certo punto del film. Da ateo non credo a una vita dopo la morte. Io credo che quando muore il corpo non c'è più niente. Non credo nell'anima."

La sceneggiatura e il dolore personale

Riguardo alla sceneggiatura, Cronenberg rivela: "Sono stato sposato per 43 anni e mia moglie è morta nel 2017. E ho davvero pensato che avrei potuto non fare più nessun film perché lei era così parte della mia vita. Ma poi ho avuto la sensazione di dover davvero affrontare la questione del dolore, della morte e dell'amore."

"E così ho iniziato a scrivere questa sceneggiatura basata in parte sulla mia esperienza della morte di mia moglie", spiega. "Devo dire che non appena inizi a scrivere una sceneggiatura, diventa finzione. Quindi, non importa cosa ti abbia spinto a iniziare a scrivere, scompare quando inizi a creare personaggi e diventano vivi e iniziano a dirti chi sono, e ti dicono cosa vogliono fare."

L'elemento della cospirazione diventa quindi un modo per elaborare il lutto: "Nel film c'è questo elemento della cospirazione, questa teoria della cospirazione che è un modo, in un certo senso, anche per affrontare il mistero dell'essere umano", spiega Cronenberg.

"Magari un essere umano con il quale tu hai avuto un rapporto stretto, intimo per 43 anni, poi questa persona scompare e a quel punto ti rendi conto che ci sono delle domande che avresti voluto porre a questa persona e che non hai posto, delle esperienze che avresti voluto fare con questa persona e che non hai fatto, delle conversazioni che avresti voluto avere e che non hai avuto."

Lutto e cinema

"Questo è anche un modo, se vogliamo, per affrontare e processare, elaborare il lutto - aggiunge - anche se in base a quella che è anche la mia esperienza, nessuna di queste strategie serve a nulla, serve per liberarsi del dolore, liberarsi del lutto, compreso fare questo film, perché il dolore e il lutto non se ne vanno e tu la persona non la lasci andare. Il dolore, la sofferenza e la persona che non c'è più rimangono con te", conclude.

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