Berrettini batte Zverev a Montecarlo e regala un sorriso all'amico Sinner

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AGI - Matteo Berrettini coglie la vittoria più clamorosa della sua carriera superando Alex Zverev nel secondo turno del torneo 1000 di Montecarlo. Una vittoria straordinaria anche e soprattutto per come è arrivata: dopo un primo set senza storia a favore del tedesco (due soli game racimolati da Berrettini), il romano ha riscoperto improvvisamente le sue radici terraiole e, pur in una giornata in cui il servizio non gli ha dato l'aiuto di sempre (anche a causa dell'ottima prestazione in risposta del tedesco), ha sfoderato una prestazione eccezionale.

La condizione fisica di Berrettini

Matteo è di questi tempi supportato da una condizione fisica eccellente che gli ha consentito di reggere l'urto di scambi di rara durezza. Uno in particolare (48 colpi sul 5-5 nel terzo set) in altri tempi sarebbe stato semplicemente impensabile da immaginare. Invece, Matteo lo ha conquistato con un rovescio vincente abbattendo definitivamente l'autostima della testa di serie numero 1 del torneo.

Il lavoro invernale e la forza mentale

Che Berrettini avesse lavorato con grande intensità e ottimi risultati durante la fase di preparazione invernale lo si era capito anche nel match perso per un nonnulla contro Fritz a Miami: ma che fosse in grado di recuperare un set a Zverev e di batterlo sul terreno della sofferenza è un fatto che sarebbe stato arduo prevedere. Il fatto è che The Hammer, se non è falcidiato da guai fisici e turbamenti personali, continua a essere uno dei giocatori più forti del circuito. Magari a 29 anni (li compie il 12 aprile) e dopo anni di vie crucis fra un infortunio e l'altro, sulla terra sarà performante nei tornei due set su tre e meno al Roland Garros, dove invece si gioca sulla distanza lunga, al meglio dei cinque set.

Il gioco di Berrettini oggi

Ma resta il fatto che oggi è più completo tecnicamente di quanto fosse ai tempi della finale di Wimbledon contro Djokovic. Se contro Zverev è stato fondamentale il rovescio slice che ha spedito letteralmente al manicomio il tedesco, ora Matteo gioca con profondità tutt'altro che tremebonda anche il rovescio di resistenza, piatto e violento. E non rinuncia al tocco anche se, in forma di drop shot, non gli ha dato nel primo set contro Zverev i risultati sperati.

La speranza di un derby italiano

Mercoledì 8 aprile l'azzurro potrà approfittare di una giornata di riposo: ottima opportunità per presentarsi al meglio al match che lo opporrà giovedì al vincitore del confronto fra Lorenzo Musetti e Jiri Lehecka. La speranza è quella di un derby italiano, ennesimo segno del periodo assolutamente favorevole che le divinità del tennis hanno riservato al tennis italiano.

Il legame tra Berrettini e Sinner

I destini di Matteo Berrettini e Jannik Sinner sono legati indissolubilmente. Un legame che iniziò alle ATP Finals nella prima edizione torinese, nel 2021, quando Matteo si infortunò all'addome e fu sostituito da un giovanissimo Sinner che vestiva i panni di alternate del torneo. Nella splendente condizione fisica attuale di Matteo, Sinner conta eccome, visto che il preparatore fisico del romano è quell'Umberto Ferrara che è stato co-artefice del fenomeno Sinner fino a prima del caso-Clostebol e che ora lavora nel team di Matteo.

La vittoria e il futuro di Sinner

Infine, la vittoria di oggi di Berrettini ha consegnato a Sinner la garanzia aritmetica di poter arrivare a Roma, torneo in cui Jannik rientrerà nel circuito dopo la squalifica di tre mesi, da numero 1 al mondo. Giusto lunedì, Jannik ha raggiunto il tetto di 44 settimane da numero 1 e il suo prossimo obiettivo sarà raggiungere Jim Courier a quota 58. E, nel frattempo, arrivare a essere il quinto giocatore della storia a raggiungere la vetta per la prima volta e restarci per almeno 52 settimane consecutive: prima di lui ci sono riusciti Federer, Connors, Hewitt e Djokovic.

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