AGI - Gli studenti universitari hanno maggiori probabilità di superare gli esami universitari se questi si tengono a mezzogiorno rispetto ad altri orari mattutini o pomeridiani. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology, condotto dagli scienziati del Laboratorio di Neuroscienze Sociali-Cognitive dell'Università di Messina e dell'Università di Bologna.
Il team, guidato da Carmelo Mario Vicario e Alessio Avenanti, ha valutato il tasso di promozione e superamento degli esami universitari utilizzando il database universitario, che conteneva le informazioni raccolte tra ottobre 2018 e febbraio 2020. Nel complesso, i ricercatori hanno considerato l'ora, la data e l'esito di 104.552 valutazioni effettuate da 680 esaminatori per 1.243 corsi, tenendo conto anche del numero di crediti formativi riconosciuti per esame.
Mezzogiorno, orario ideale per superare gli esami
Stando a quanto emerge dall’indagine, gli studenti hanno superato gli esami nel 57 per cento dei casi. "Il nostro lavoro – afferma Vicario – dimostra che i risultati delle valutazioni accademiche variano sistematicamente nel corso della giornata, con un netto picco nei tassi di superamento intorno a mezzogiorno e un calo significativo di mattina presto e tardo pomeriggio. Riteniamo che questo schema possa estendersi ai colloqui di lavoro o a qualsiasi processo di valutazione programmato nell’arco della giornata, anche se speriamo di approfondire questo aspetto nelle ricerche future".
Nel corso di un esame universitario, gli studenti vengono interrogati a orari prestabiliti. I professori pongono domande in base al contenuto del corso e i voti vengono assegnati al momento. L’esperienza può essere considerata stressante proprio per la sua natura imprevedibile.
Gli orari critici
I dati hanno dimostrato che non c’era differenza significativa nelle probabilità di superamento se l’esame veniva sostenuto alle 11:00 o alle 13:00, ma il rischio di bocciatura aumentava alle 08:00 o alle 09:00, alle 15:00 o alle 16:00. Le probabilità di superare l’esame erano simili nel tardo pomeriggio e di mattina presto.
"Questi risultati hanno implicazioni di vasta portata – aggiunge Avenanti – evidenziando come i ritmi biologici, spesso trascurati nei contesti decisionali, possano influenzare in modo sottile ma significativo l’esito di valutazioni ad alto rischio".
Il picco di votazioni positive a mezzogiorno, spiegano gli esperti, è coerente con la teoria secondo cui le prestazioni cognitive migliorino in tarda mattinata per poi calare nel pomeriggio. Anche i professori potrebbero essere affetti da affaticamento decisionale e diminuzione della concentrazione, il che comporterebbe valutazioni più severe.
I consigli
"Per contrastare questi effetti – suggerisce Vicario – gli studenti potrebbero evitare di programmare esami importanti durante i periodi di calo, prendere pause mentali. Per le istituzioni, posticipare le sessioni mattutine o concentrare le valutazioni chiave in tarda mattinata può migliorare i risultati".
"Saranno tuttavia necessari ulteriori approfondimenti – conclude Massimo Mucciardi dell’Università di Messina – per valutare altri potenziali fattori influenti. Non abbiamo potuto accedere a dati dettagliati a livello di studente o esaminatore, come le abitudini del sonno, lo stress o il cronotipo. Per questo motivo incoraggiamo studi di follow-up che utilizzino misure fisiologiche o comportamentali per scoprire i meccanismi sottostanti a queste dinamiche".